Che ci facevano due caccia sauditi, magari armati di missili, all’aeroporto civile di Bologna?

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Caccia sauditi a Bologna:

La fotogallery che vi propongo qui in esclusiva è piuttosto inquietante. E sarebbe simpatico sapere che cosa ne pensino al Ministero della Difesa, per esempio, del fatto che due aerei militari dell’Arabia saudita atterrino tranquillamente all’aeroporto civile di Bologna per fare rifornimento. Ecco le immagini e il racconto dei fatti.

Uno dei due caccia sauditi
Uno dei due caccia sauditi
Particolare del caccia saudita
Particolare del caccia saudita
Altro dettaglio del caccia
Altro dettaglio del caccia

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Il rifornimento del caccia saudita all'aeroporto Marconi di Bologna
Il rifornimento del caccia saudita all’aeroporto Marconi di Bologna
Un'altra immagine del rifornimento
Un’altra immagine del rifornimento

I finanzieri della Dogana e i gli agenti della Polizia non credevano ai loro occhi, ieri mattina, lunedì 14 marzo 2016, all’aeroporto civile Marconi di Bologna. Nessuno li aveva avvertiti, eppure era tutto vero. Strano, stranissimo, quasi impossibile, ma vero: quelli che erano atterrati senza alcuna scorta e senza assistenza della aviazione militare italiana, erano due caccia dell’air force dell’Arabia Saudita. “Ma che ci fanno qui in Italia, a Bologna, nel nostro aeroporto civile?” hanno chiesto dall’Ufficio della dogana alla Torre di controllo. “Non vi impacciate, siamo stati avvertiti dal centro. Sappiamo tutto noi…”. Insomma: fatevi gli affari vostri. Fosse finita qui. Ma no! Eludendo qualsiasi protocollo aeroportuale, qualsiasi norma di sicurezza, i due caccia hanno fatto rifornimento in maniera autonoma. Cioè: non è stato il personale dell’aeroporto a caricare il carburante nei serbatoi dei due potenti velivoli, ma gli stessi piloti. Senza la presenza ne dei vigili del fuoco, ne di addetti dell’aeroporto, come previsto dalle regole. Per poi decollare mentre gli aerei civili, come si evince da un filmato che mi è stato inviato, effettuano le loro normali manovre di routine. Giusto in tempo per vedere che i due caccia, come ha rivelato chi li ha visti da vicino, probabilmente erano entrambi perfettamente armati con due missili a testa.
Beh, c’è poco da stare tranquilli, dunque. Anche perché mi si dice che questo episodio sia la punta di un iceberg che coinvolge non solo Bologna, ma altri scali italiani. In una situazione in cui, peraltro, la sicurezza contro gli attacchi terroristici è sostanzialmente gestita in modo random…
Marco Gregoretti