7 GUAI A DUBAI

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Jack Rabbit, inviato arguto amico mio, in viaggio nel mondo e nell’anima, ha scritto (e illustrato) per il blog questo imperdibile reportage. Dal posto (MG)

“Il deserto cresce; guai a chi in sé cela deserti” predicava lo Zarathustra di Nietzsche. Chissà che cosa penserebbe oggi il profeta della morte di Dio del ricco emirato mussulmano di Dubai, fondato un paio di secoli fa dalla tribù dei Banu Yas in pieno deserto Arabico. Uno sviluppo urbanistico pari a quello delle metropoli cinesi, hotel di lusso, mall e grattacieli a perdita d’occhio, fino al più alto del mondo, il Burj Khalifa (828 metri), aiuole fiorite e bene irrigate, centri finanziari e zone di libera iniziativa economica…il tutto sembra concepito apposta per nascondere di trovarsi proprio in mezzo al deserto. Eppure il deserto c’è, a due passi. E dentro la stessa Dubai. Ed ecco allora qualche guaio, come promesso da Nietzsche. Sette guai che spesso condividono la natura non verificata e non verificabile dei miraggi desertici.
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1. In alcuni scorci periferici la vista del deserto è occultata da pannelli pubblicitari. A volte, con un doppio salto carpiato logico, le installazioni raffigurano a loro volta delle dune di sabbia. Come dire: è il deserto che è finto, vedete? Il lusso invece è vero! Altri pannelli coprono l’altrettanto desolato panorama delle baracche in cui vivono gli operai provenienti per lo più dal sub continente indiano, impiegati a duecento dollari mensili nella costruzione degli edifici cittadini.

2. Lo scorso settembre è stata annunciata la morte per infarto di Rashid, primogenito trentatreenne dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, emiro di Dubai nonché premier degli Emirati Arabi Uniti. In città circola la voce, mai verificata né confermata, secondo cui in realtà sarebbe stato assassinato un paio di anni fa per ordine dell’emiro. Il motivo? Si dice che fosse il figlio a voler uccidere il padre, il quale avrebbe quindi giocato d’anticipo. Già nel 2008 a Rashid, che avrebbe avuto la passione per droga e festini, subentrò come erede al trono il fratello minore Hamdan. Secondo una nota della Cia divulgata da Wikileaks, la causa sarebbe l’omicidio a opera di Rashid di un domestico di cui non è mai stata rivelata l’identità. A Dubai si dice che, più che un domestico, la vittima fosse il direttore finanziario del padre, che cercava di limitare lo sperpero di denaro del vizioso rampollo in thobe.

3. Anche grazie a locali di grido come Cipriani, Zuma e Buddha Bar, con buona pace della religione ufficiale di Dubai, qui minigonne e tacchi 12 sono molto più diffusi, almeno dopo il tramonto, di abaya e niqab.

4.Che Dubai sia La Mecca delle escort non è un mistero. Ma un’altra voce metropolitana (o meglio, desertica), vorrebbe che per molti ricchi sauditi Dubai sia la meta di scorribande omosessuali a pagamento. Gli gigolò più gettonati sarebbero brasiliani e sudamericani in genere. Una merce per cui i sauditi, che in patria rischierebbero grosso praticando la sodomia, impazzirebbero.

La pista di sci al chiuso. Temperature invernali nel deserto...
La pista di sci al chiuso. Temperature invernali nel deserto…

5. A proposito di sauditi, a Dubai viene raccontato con entusiasmo un aneddoto che testimonia il regale disprezzo saudita per i più sacri mostri della cultura pop occidentale. Beyoncé fu invitata per tenere uno spettacolo privato (e verosimilmente salatissimo) per il diciottesimo compleanno di una ricca saudita. La ragazza, a quanto pare insoddisfatta dell’atteggiamento della star, le avrebbe detto: “Senti, puttana, o la pianti di atteggiarti o ti faccio sbattere fuori”.

6. Non è raro essere avvicinati da un uomo che, con grande naturalezza, vi chiede che ci fate lì, quanto restate, di dove siete. Pare che l’intelligence a Dubai sia molto ramificata e risponda direttamente al così detto rulers, cioè al più o meno plenipotenziario emiro.

Un'altra inquadratura della pista da sci
Un’altra inquadratura della pista da sci

7. Basta appoggiare il palmo contro i vetri che custodiscono la stazione sciistica artificiale da 22500 metri quadrati all’interno del Mall of Emirates per sentire il gelo. Fortuna che adesso il petrolio costa poco…

Dal nostro inviato Jack Rabbit