Archivio di Greg. Mostro di Firenze. Più che Crescenzi, sembra una crescenza. Chi è il costruttore di fake che ha fatto ballare blogger, esperti e magistrati. Un millantatore o un intossicatore in missione per conto di qualcuno?

Pietro Pacciani nella cucina della sua casa di Mercatale
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L’agenda di Pietro Pacciani
La stanno buttando in caciara. Roba da matti che cosa si faccia per depistare. Le ultime notizie (chiamiamole così)stanno mandando a gambe all’aria 35 anni di indagini, processi, libri, documentari, articoli e film su almeno sei duplici omicidi accertati. La drammatica vicenda del Mostro o dei Mostri di Firenze e di altre città sta entrando precipitosamente nel file delle comiche.
Sarebbero, infatti, in corso accertamenti sulle esplosive dichiarazioni di tal Francesco Crescenzi che ha prodotto documentazione a suo dire esclusiva, compresa una lista di presunti complici con contorni massonici o appartenenti a un non meglio precisato gruppo di cui segnala soltanto le iniziali, compreso un F.N. che ha fatto pensare a Francesco Narducci, il medico perugino morto nel 1985 in circostanze mai chiarite del tutto. Questo sedicente Crescenzi sarebbe anche l’autore di una recente lettera anonima che collocherebbe proprio Narducci a Mosciano di Scandicci dopo l’uccisione della prima coppietta appartata. “Un pezzo di carta” dice chi l’ha vista “datata anni ottanta ma che si capisce lontano un miglio che è stata invecchiata per farla sembrare d’epoca. Si vede a occhio nudo che è una bufala”. Eppure sarebbe stata consegnata a un inquirente che non l’avrebbe bollata con il timbro “falso”.
Il punto, dunque, è che questo costruttore di rivelazioni ha fatto ballare “grandi esperti”, blogger, qualche giornalista e perfino la Procura della Repubblica di Perugia che indagava sul filone Narducci.
Dettaglio del telo che avvolge il cadavere di Francesco Narducci

Dunque, ora si scopre che era tutto falso, che il Crescenzi supertestimone forse neanche esiste o, che, quantomeno non si chiama così e che il vero Crescenzi sarebbe caduto dal pero dicendo che lui del Mostro di Firenze ne sa na fava.
Un millantatore, insomma, uno che avrebbe architettato con abilità meticolosa una serie di fake congegnate così bene da farci cascare un sacco di “addetti” ai lavori. Con ogni probabilità compreso chi stava spingendo per istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sui delitti del Mostro. “Evidentemente uno un po’ matto” epiteta un avvocato. Facile dirlo adesso che il giochino è stato scoperto. E che un bel po’ di gente si sta facendo una vera figura di m…Facile davvero. Anche perché un paio di domande bisogna farsele. La prima: come mai proprio quasi in concomitanza con la notizia che alcuni famigliari delle vittime hanno ingaggiato un famoso avvocato? È un caso che il “falsario” venga scoperto dopo l’insistere di nuove notizie che aprirebbero scenari inediti su collegamenti anche internazionali? Ed è vero, come ha ribadito quest’estate Michele Giuttari, ex capo della Squadra Mobile di Firenze e del Gides (il gruppo del Ministero degli interni che investigava sulle sette), che l’indagine sul secondo e sul terzo livello conteneva alcune verità che potrebbero ancora essere portate alla luce? Insomma, a me, che di questa storia mi occupo da alcuni decenni, viene da chiedere se questo presunto millantatore lavori per qualcuno e quale sia stato il suo vero scopo. Rivelare? O smontare? Il trucco di mischiare il vero con il falso è storia negli apparati di intelligence. E serve a una sola cosa: delegittimare la verità. Però, cribbio, possibile che non se ne fosse accorto nessuno? Neanche chi nell’indagine sul Mostro aveva un ruolo inquirente? Il rischio è che qualcuno finisca sui giornali per la sbugiardata del secolo. A quel punto del Mostro di Firenze non si parlerebbe mai più.
Marco Gregoretti