Archivio di Greg. Ora ha un nuovo marito e fa l’imprenditrice. Ve la ricordate Katharina Miroslawa, la bella ballerina che fece innamorare l’imprenditore di Parma, Carlo Mazza? Che fu trovato morto in auto la notte dell’8 febbraio 1986? Fu un caso che divise l’Italia. E che ha tanto ancora da raccontare. Ci sto lavorando, ci sto lavorando… Prossimamente in tv

Katharina Miroslawa, ai tempi delle sue esibizioni nei locali notturni chic, tra Parma e Modena. Carlo Mazza la amava e la raggiungeva tutte le sere
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Dicembre 2003. Carcere femminile della Giudecca. Venezia. Mentre intervisto Katharina Miroslawa. Dopo aver letto l’articolo mi scrisse una bella e lunga lettera. Che pubblicherò ampiamente nella prossima puntata…

GLI APPUNTI CHE HO MANDATO ALLA REGIA. PRESTO SUI NOSTRI TELESCHERMI

“Katharina Miroslawa, ballerina tedesca oggi con qualcosa in più di 50 anni, è sempre stata bella, intrigante, intelligente e simpatica. Carlo Mazza, un imprenditore e play-boy di Parma, città simbolo della provincia pruriginosa e dalle mille perversioni nascoste dietro una facciata di perbenismo, si innamorò di lei. La raggiungeva nei locali di Parma e di Modena dove si esibiva. Le faceva trovare i fiori in camerino, la sorprendeva con bei regali. Nacque una storia d’amore intensa. Interrotta la notte dell’8 febbraio 1986 da due colpi sparati, a bruciapelo, da una pistola calibro 6,35 all’interno dell’auto di Mazza. I fori erano così piccoli che all’inizio il medico legale pensò a un ictus. Invece il play boy era stato ucciso.
Sullo sfondo di una città segretamente godereccia, si inanellano i classici elementi di un giallo: sesso, soldi, amore, sangue… Ma la storia è molto meno scontata di come sia stata raccontata per 35 anni. Non ci sono solo gli aspetti investigativo e giudiziario, che portarono all’arresto di Katharina, del marito Witold, del fratello Zibi e del greco Dimopoulos, a quattro processi, a due assoluzioni e a due condanne, con l’ipotesi che il movente fosse stato la riscossione di un’assicurazione da un miliardo di lire, mai incassata. L’omicidio Mazza, da un certo punto in avanti (e qui, mi permetto di scrivere, che mai nessuno si è addentrato in questo filone, a parte me… ☺), si è configurato come una vera e propria spy story. A cominciare dal 30 giugno 1992, il giorno della sentenza. Ma, come se fosse stata avvertita dell’imminente condanna, Katharina si era volatilizzata. Scomparsa. Nel nulla. E per otto anni fu un vero e proprio fantasma. O meglio, i radar che avrebbero dovuto tracciarla, furono, con ogni probabilità girati dalla parte sbagliata. Così la bella ballerina potè iniziare una lunga, piacevole e indisturbata latitanza, come documentano alcune fotografie in mio possesso. Viene da pensare che non mancassero ne appoggi logistici, ne risorse, ne coperture. Possibile che gli investigatori, l’Interpol e i servizi segreti non si fossero accorti di nulla? Oppure sapevano che era innocente, come lei si è sempre proclamata? Poi, il 13 febbraio 2003, quello strano e rocambolesco arresto a Vienna, dove lei era andata per fare visita al figlio. Sembrò quasi che avesse voluto farsi arrestare.
Per la revisione del processo si spese anche Antonio Di Pietro, che si offrì di rappresentarla come avvocato. Ma il 6 novembre 2003 La Cassazione respinse la richiesta di revisione. E Katharina fu accompagnata al carcere femminile veneziano della Giudecca, dove, con grande dignità, rimase fino al 2013 per scontare la condanna a 13 anni per concorso morale nell’omicidio di Carlo Mazza. Da qualche anno vive in Austria, insieme al suo nuovo compagno, conosciuto ne 2014. E a tanti segreti che non ha mai raccontato”. Per ora

La lettera che Katharina Miroslawa mi scrisse dopo aver letto l’intervista in carcere