Archivio di Greg. “Quelle difficili verità potrebbero provocare reazioni illiberali”. Le lettere dell’allora Presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi all’agente segreto G-71. E poi: la vera storia dell’omicidio del capo delle Guardie svizzere in Vaticano, il Modulo Kennedy, l’attentato al Papa…

Una delle lettere di Bettino Craxi a G-71
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La Guerra del pane in Tunisia, il rapimento l’uccisione di Aldo Moro, il ruolo di Raul Gardini nella Gladio Stay-Behind della Nato, l’Angola, l’Urss, le sette islamiche, Gheddafi, l’omicidio del capo delle Guardie Svizzere… Sono le verità che Antonino Arconte e Tano Giacobina, l’altro agente segreto operativo morto in uno strano incidente mentre si trovava nell’isola di Fogu, arcipelago del Capo Verde, ex colonia portoghese dove avevano operato durante la cosiddetta primavera dei garofani, volevano rendere pubbliche. Giacobina sarebbe dovuto partire alla volta di Ajaccio per incontrarsi con G-71, con il dottor Franz e con Werder alias Alois Esterman, capo delle Guardie svizzere, in Vaticano.
Alois Estermann, capo delle Guardie svizzere, ucciso in Vaticano il 4 maggio 1998; sua moglie Gladys, che mise in dubbio la versione ufficiale; il giovane caporale Cedric Tornay, accusato di essere l’assassino, ucciso a sua volta

San Pietro. 13 maggio 1981. L’attentato a Papa Wojtyla

Erano i primissimi giorni di maggio e avevano deciso di andare in Usa per chiedere asilo politico. Nè Estermann né Giacobina arrivarono all’appuntamento di Ajaccio. Il primo, che risultò poi essere un agente della Stasi, i servizi segreti della Germania dell’Est, fu ucciso in Vaticano il quattro maggio, poche ore dopo essere stato nominato capo delle Guardie Svizzere. La mano assassina fu quella di Cedric Tornay, un giovane vice caporale. La versione ufficiale, messa subito in dubbio dalla moglie di Estermann, Gladys, raccontò di un raptus dovuto alla mancata promozione richiesta da Tornay. In realtà si trattò di “Modulo Kennedy”: uccidere il killer incaricato di “terminare l’obiettivo”, pratica astuta inventata dal Kgb, utilizzata con successo a Dallas il 22 novembre 1963, quando fu ucciso JFK, ma fallita a San Pietro il 13 maggio 1981, quando il sicario incaricato non riuscì a uccidere Ali Agca che aveva appena attentato alla vita di Papa Karol Wojtyla.
Dallas, 13 novembre 1963. L’omicidio Kennedy

Giacobina, invece, perse la vita il 13 maggio nell’isola di Fogu. Arconte e Giacobina avevano ottenuto l’appoggio e l’ascolto di Bettino Craxi che scrisse loro diverse lettere. Nell’ultima drammatica, come riporta lo stesso Antonino Arconte G-71 nel suo libro L’Ultima Missione, l’allora Presidente del Consiglio li invitò ad aspettare a parlare, perché quelle “difficili verità potrebbero provocare reazioni illiberali”. Più volte Craxi da Hammamet, in Tunisia, chiese con forza di essere ascoltato dalla Commissione stragi. Naturalmente senza esito. Il governo di allora e anche quelli che si sono succeduti dopo mani pulite, sapevano tutto. Ma proprio tutto. Per me queste lettere sono una lente di ingrandimento sotto cui passare tutta la storia d’Italia. Dall’inizio della guerra fredda ai giorni nostri.
Marco Gregoretti
Bettino Craxi ad Hammamet

SCRIVE ANTONINO ARCONTE G- 71
“Pag. 16

Queste che seguono sono alcune lettere scritte di pugno dall’On. Bettino Craxi all’epoca delle
operazioni in Nord Africa, Presidente del Consiglio italiano. Da quanto potete leggere vi
renderete conto che Craxi sapeva tutto e che, quindi il Governo era perfettamente
informato.
Queste lettere di Craxi, su carta intestata. sono state pubblicate integralmente dal quotidiano il
Tempo di Roma il l 2 Novembre 2000, e sono state riconosciute da chi ben conosceva la
La calligrafia di Craxi, il quale, come ho scritto nel libro L’ultima Missione, dal suo rifugio ad
Hammamet, chiese più volte di essere sentito dalla Commissione stragi … Inutilmente

G-71 ai tempi delle missioni operative

Pag.17

Trascrizione: “Camera dei Deputati”.
Caro Arconte,
ho tentato di intervenire sulle dolorose esperienze tue e di Giacobina con scarsi risultati.
Interesserò gli organi competenti affinché sia fatta piena luce e vi sia resa giustizia.
Tuttavia vi invito e vi esorto a tacere, nell’interesse del Paese, fino a che non si sia pronti a
rendere pubbliche le difficili verità che potrebbero provocare reazioni illiberali.
A entrambi grazie ancora.
B. Craxi”