Il 1º novembre 2007, a Perugia, una vecchia villetta di via della Pergola, a Perugia, a due passi da piazza Grimana, sede dell’Università per stranieri, fu uccisa la studentessa inglese, neanche 22enne, Meredith Kercher. Dell’omicidio furono accusate tre persone: Amanda Knox, 20 anni (oggi 34), americana di Seattle, che con Meredith condivideva la stanza in via della Pergola, Raffaele Sollecito, 23 (oggi 38) uno studente pugliese, fidanzato di Amanda e Rudy Guede, 21 (oggi 35) un ragazzo nato ade Abidijan, nella Costa d’Avorio, in adozione presso una facoltosa famiglia perugina. Soltanto quest’ultimo, che accettò il rito abbreviato, fu condannato per concorso in omicidio e ha scontato una pena detentiva di 16 anni anni. Ogg Rudy, che in carcere si è laureato, è un cittadino libero. Speriamo che prima o poi racconti tutto ciò che sa…
Amanda e Raffaele, invece, dopo quattro gradi di giudizio, sono stati assolti definitivamente nel 2015, (condannati in primo grado, assolti in appello, condannati in Cassazione, assolti in Cassazione senza rinvio). Di questa vicenda mi sono occupato a lungo per i giornali e per le tv senza mai volermi intruppare nella squallida abitudine di divedere la stampa in innocentista e colpevolista. Ho cercato, come sempre, di fare il cronista ricostruendo autonomamente la vicenda (lo potete constatare navigando anche in questo sito https://www.marcogregoretti.it/storie/crimescienza-quando-indagavo-sul-delitto-di-meredith-kercher/). Cercando testimoni, parlando con loro, spulciando le carte, sentendo tutte le parti, investigatori, avvocati, magistrati. Curiosando nel mio archivio ho trovato un’intervista che mi fecero su questo caso: che cosa potevo affermare come giornalista sul campo? Ve ne propongo due pezzetti. Sono corti, quindi non vi annoierete. Buona visione
Marco Gregoretti
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