- Testata Panorama
- Data Pubbl. 18/12/1997
- Numero 0050
- Numero Pag. 193
- Sezione SOCIETA’
- Occhiello PORNOBIGNAMI IL CINEMA A LUCI ROSSE SI BUTTA SULLA STORIA
- Titolo PAOLINA BONAPARTE, DOVE VAI TUTTA NUDA?
- Autore MARCO GREGORETTI
- Testo
CINEMA A LUCI ROSSE:
E’ una domenica uggiosa a San Gregorio da Sassola, paesino arroccato su un cucuzzolo vicino a Tivoli. La famigliola di turisti domenicali non crede ai propri occhi: nel cortile dell’ antico castello Brancaccio vede sfrecciare una ragazza nuda. E siccome la fanciulla tiene appoggiato sul braccio un vestito di foggia tardosettecentesca, due sono le ipotesi: o una trovata dell’ Apt locale per attirare visitatori, oppure la visione del fantasma di una damigella inquieta. I ripetuti gemiti in sottofondo fanno propendere per la magica apparizione dall’ aldilà: una fantasmina peccatrice condannata alla ricerca eterna del piacere. Ma il deciso intervento del guardiano toglie lo stimolo poetico ai visitatori: “Ahò, stamo a gira’ un film, annatevene…”. E che film! L’ animella dannata, infatti, è Betty Andersen, pornostar ungherese. Nella parte di Maria Luigia d’ Austria ha appena finito un defatigante amplesso sul tavolaccio della cucina. Tra prosciutti e mortadelle, cameraman e comparse, monitor e specializzati di ripresa, ciak e stop incalzanti, si è concessa a Bob Malone travestito da Napoleone Bonaparte. Per chi non l’ avesse ancora capito, il castello comunale di San Gregorio per un lungo weekend autunnale si è trasformato in set a luci rosse. D’ epoca. Luca Damiano, appassionato golfista, ma soprattutto regista hard tra i più conosciuti, vi ha girato le scene salienti della sua ultima fatica: Napoleone e Paolina venere imperiale (titolo provvisorio). E’ la risposta in chiave post, anzi, porn rivoluzione francese, a Mamma, il primo film hard sulla lotta partigiana diretto dal “comunista” fiorentino Silvio Bandinelli, alle prese ora con una pellicola sugli anni di piombo (titoli ventilati: Brigate zozze e Ani di piombo). Damiano non voleva mancare l’ appuntamento con il nuovo filone “porno storico” ed eccolo fantasticare su un immaginario kamasutrico Napoleone in una tipica località della provincia italiana. Caso unico, visto che per problemi legali e di budget i film pornografici si girano quasi tutti in Ungheria. Milly D’ Abbraccio, Bob Malone, Betty Andersen, Lea Martini, Omar, Erika Bella, Ramon, Remigio… mamma mia! E’ stato come se a San Gregorio fosse arrivata Bocca di rosa della mitica canzone di Fabrizio De André: contento il sindaco Franco Carocci, proprietario di un frantoio ed eletto in una lista civica, per aver affittato il maniero appena ristrutturato, sbircianti dalle fessure gli habitué dell’ unico bar dell’ unica piazza. Felici le due donne delle pulizie reperite in loco dalla produzione. Intente a spazzare salviette, familiarizzano con il cast e ripetono: “Finalmente qualcosa di diverso. Qui non succede mai nulla”. Incuriosito, il cronista di Panorama si è piazzato un giorno intero sul set. Terrorizzando il produttore: “Di solito consentiamo la presenza ai soli giornali di settore. Ma che cosa scrivete? Mica che stiamo facendo un film porno in questo castello?”. E che cosa sennò? La giornata per il cast inizia alle otto e mezza. Curiosamente una delle due colf, la più giovane, è già lì, truccatissima. Nel camerino allestito in un anfratto umido ci sono, in tuta e scarpe da ginnastica, Betty e Lea. La costumista croata non dice il suo nome, ma stira abiti d’ epoca presi a Cinecittà. Piero le trucca e Marcello le pettina. L’ uno e l’ altro ci tengono a ribadire: “Siamo qui solo per soldi. Di solito siamo su set normali”. “E io” aggiunge Marcello “ho lavorato con le gemelle Kessler”. Dopo un’ oretta arriva il regista. E inizia il bello. Betty e Lea si spogliano, anche se fa un freddo cane. Si tratta di truccare le nudità: quel pedicello sulle natiche, il foruncoletto vicino al seno. Giulio Massimi, un vecchio attore, che nel film interpreta il ruolo del marito impotente di Paolina Borghese, ripassa incessantemente il copione. Lo posa su una sedia quando arriva Milly D’ Abbraccio, cioè Paolina. Il suo fidanzato pivello, Andrea, la accompagna alla toilette. “Si prepara…” è il commento. Anche Bob Malone, sbadigliando, nudo, si prepara… E anche lo spagnolo Ramon. E l’ americano di colore Omar. E’ quasi l’ ora del primo ciak, ogni cosa deve essere al suo posto. Al piano di sopra, sul letto con baldacchino, Milly geme legata dal marito che la frusta ma non ce la fa davanti a Lea e Omar, che invece ce la fanno. “Azione!” grida Damiano. E giù a toccare, spogliarsi, e a ululare per il piacere. “Stop” e tutti restano immobili: “Lea, metticela tutta” si inalbera Damiano. E per aiutarla chiede all’ operatore: “Dov’ è la pussy light?”. Un passaparola: pussy light, pussy light… Superflluo tradurlo. Così con l’ obbiettivo si può andare vicino, vicino. “Stop!!! Stringi sui particolari con quella telecamera”. Milly si rilassa e nell’ intervallo si avvicina a Omar, lo arpiona in basso e gli dice: “Però, come sei professionale”. Intanto nelle cucine, al piano di sotto, Bob Malone, considerato tra i migliori pornoattori del mondo “per dimensioni, durata e capacità di agire a comando” spiega l’ aiuto regista Max Bellocchio, cerca di dare realismo alla scena di Napoleone e Maria Luigia. Betty prima di cominciare si accende una sigaretta. Dopo pochi minuti è stesa sul tavolaccio a gemere come se si trattasse di amore travolgente. Al primo stop dato da Bellocchio, storce la bocca e sbuffa. Per alleggerire l’ atmosfera organizzano lo scherzo a due comparse un po’ imbranate. La loro parte prevede che debbano aprire la porta, allora la tengono chiusa così spingono inutilmente. E tutti a ridere. Boh! Si riprende, ma per poco. Bellocchio scolla il naso dal monitor e dice a Betty che sta carponi: “Ma come t’ appoggi al tavolo? Non sei mica in discoteca” e le mette una pedana sotto i piedi. Siamo alla fine. Come descrivere la scena clou? Impossibile per un newsmagazine. Comunque il regista, secco, chiede a Malone: “Allora, Napoleone, sei pronto? O rimandiamo a dopo la pausa pranzo?”. Risposta: “Quando vuoi, come sempre, regista”. “Stop, stop. Aspetta, aspetta… Prima baciala un po’ sul collo. E voi coprite quei cavi elettrici con le cipolle”. La povera Betty è mezza anchilosata, tutta storta sul tavolo. Ma, stoica, ricomincia. Quando tutto è finito si rilassa e, nuda, di corsa si invola, con gli abiti sul braccio, passando davanti alla famigliola di turisti. Forse è troppo anche per la gaudente Bocca di rosa.