Ecco il testo del mio articolo su Libero Quotidiano di oggi mercoledì 15 giugno 2022. Quando 5 euro di area c diventano una multa di 177 euro. Il calvario di un cittadino milanese alle prese con una sorta di coefficiente di usura (Cliccate dove c’è scritto Tabella 1, Tabella 2, Tabella 3)

Il richiamo in prima di cronaca del mio articolo sulle multe
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Tabella multe 3
Millecinquecentoquarantaquattro (1.544.00) euro per nove multe. Ah, sono pochi? Bene, allora fra 60 giorni diventeranno 2116,99. E che avrò fatto mai, si chiede il malcapitato che racconta la sua storia a Libero, dopo aver aperto la busta della raccomandata? Al centralino 020202 risponde una donna, probabilmente una vigilessa, un’incaricata molto gentile. Non reagisce male davanti allo sconforto che arriva dall’altra parte del filo, appena appena sopra le righe. E, pazientemente, spiega. “Le faccio un esempio” dice “Vede la multa numero quattro? “Sì, è un mancato pagamento dell’area C , il 14 agosto 2019. Cinque euro, quindi”. “Esatto, soltanto che se salda entro il quinto giorno diventano 69,46, entro il 60esimo 94,36. E dopo i due mesi 177,86. Lo so, lo so che cosa sta pensando…”. Certo che lo sa, non può essere diversamente, d’altronde: cinque euro che in due mesi diventano 177,86 come lo chiamate voi?. Nella tabella che il “multato” ha ricevuto a casa ci sono altre due ammende identiche per altrettanti passaggi nell’area C. Le ulteriori sei botte riguardano divieti di sosta che passano, per esempio, da 41 euro a 183,75. E anche in questo caso di che cosa parliamo? Nel grafico figurano addirittura due contravvenzioni per sosta sul marciapiede, lo stesso giorno, nello stesso posto. Senza che mai il proprietario avesse spostato la sua macchina.
Che questa storia non sia un episodio isolato, ma una questione che oramai riguarda decine di migliaia di milanesi, è confermato anche dalle reazioni politiche a commento di quanto noi pubblichiamo in questo articolo. “Gli enti locali” dice infatti Stefano Maullu, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, a Milano, “Non solo non rendicontano le multe, come previsto dalla legge pena decurtazione del 90 per cento dei trasferimenti, ma anche nell’attività di accertamento si riscontrano non poche irregolarità”. Maullu, lamentando che alla fine sia sempre il cittadino a pagare pegno, aggiunge: “Siamo in una sorta di giungla che vede queste spese a carico dei milanesi, addirittura raddoppiare in certi casi: sulle quelle di accertamenti delle multe stradali non esistono attualmente criteri oggettivi di quantificazione fissati dal legislatore”. Dunque, gli enti locali agiscono seguendo la propria piena discrezionalità “Spesso” continua Maullu “perpetrando evidenti abusi che possono raggiungere, per la sola riscossione, anche i 15 euro a sanzione. Insomma è un vero suk a cui occorre mettere la parola fine. Una vera e propria speculazione, simile all’usura, una sorta di coefficiente di usura, sulla pelle dei cittadini”.
Tabella multe 1
Taella multe 2
Il danaro e i suoi inganni (Einaudi editore) hanno scritto i filosofi Maurizio Ferraris e John Searle, raccontando l’evoluzione delle società attraverso i mille modi di produrre moneta. Beh, qui più che un inganno sembra una genialata del male. Nel prospetto che il Comune di Milano ha inviato al cittadino collegato con lo 020202, ci sono, importi stellari, che non si capisce bene da che cosa originino, che verrebbe da definire, piuttosto, lunari.
“Eventualmente si può rateizzare?“ chiede il malcapitato. “Sì, basta andare nel nostro sito e si trovano le indicazioni e il modulo”. “Grazie, però prima vorrei fare una verifica attenta, sia per i passaggi nell’area C, che per le altre multe, perché generalmente, appena mi arrivano i bollettini pago con C Bill. Sono terrorizzato: ho avuto esperienze poco piacevoli, quindi cerco di saldare subito. Voglio dare un’occhiata”. “Fa bene” risponde lapidaria l’incaricata “Perché, proprio nel 2019 abbiamo avuto problemi di allineamento con i sistemi informatici”.


Ah, ecco, perfetto. Il sindaco Giuseppe Sala e la sua giunta un sacco politicamente corretta, hanno un’idea molto particolare, almeno su due questioni: la solidarietà con cittadini sempre più alle prese con la mancanza di soldi e di lavoro e la tanto sbandierata automazione 4.0.
Anche perché, in realtà, tutta questa tecnologia mica è tanto operativa. Basta abitare in un palazzo senza portineria per essere appesi alla casualità e al buon cuore del postino. Che passa, suona, non trova nessuno e lascia un avviso con l’indicazione di ritirare la raccomandata, entro la data ora, in quel tale ufficio postale. Intanto, il tempo passa. E se quel foglietto, una striscia lunga e stretta che si arrotola da sola, non viene ritirato? Scorre altro tempo. Sarebbe questa la tecnologia che ci facilita la vita? Certo, è complottista pensare che, magari, siano trucchetti per lasciare che i giorni avanzino, per fare cassa, per superare il fatidico sessantesimo giorno. Però, un minimo sospetto viene. Al netto della agghiacciante prassi di trasformare un già discutibile pedaggio interno di cinque euro in un balzello di quasi 200, da prelevare dalle tasche di cittadini.
Marco Gregoretti