EROS: FORMIDABILI QUEI DANNI

Condividi l'articolo
  • Testata            Panorama
  • Data Pubbl.     15/01/1998
  • Numero           0002
  • Numero Pag.   136
  • Sezione            SOCIETA’
  • Occhiello         EROS DUEMILA
  • Titolo  FORMIDABILI QUEI DANNI
  • Autore MARCO GREGORETTI
  • Testo   BOX

Eros:

Non poteva restare indifferente alla discussione suscitata in Francia da La tirannia del piacere, il saggio con cui Jean-Claude Guillebaud, direttore di Esprit, ha preso di mira il permissivismo sessuale foriero di divorzi, pedofilia e prevaricazioni di ogni genere. Così Lidia Ravera, paladina già prima di scrivere Porci con le ali della liberazione sessuale, entra in campo e dice in questa intervista a Panorama: “Capisco che è un dibattito all’ interno della sinistra, ma non è vero che è tutta colpa della contestazione studentesca degli anni Sessanta. Io c’ ero: facevo il liceo e le cose stavano diversamente”. Domanda. Come stavano, allora, le cose? Risposta. Le battaglie di quel periodo erano l’ effetto di una situazione piena di ipocrisie. La liberazione sessuale le ha rifiutate. Ed è stata la prima conquista. La seconda? Ha dato un scrollone alla fissità dei ruoli. In Francia si polemizza con lo slogan “vietato vietare”, accusato di fomentare devianze e pedofilia. Impossibile. I divieti mantengono la popolazione nell’ infanzia della vita, la repressione crea violenza. La pedofilia, secondo me, nasce invece dalla paura del nuovo. Della nuova donna che non si può più opprimere. E allora si schiaccia un bambino. E la pedofilia femminile? E` poco diffusa e rientra in quello che è il vero problema di oggi: siamo in una lunga fase di transizione dove tutti, uomini e donne, sono molto soli, vittime e protagonisti di una terribile desertificazione sentimentale. Ma non è colpa della contestazione. Come si uscirà da questa lunga e complessa fase di transizione? Con il rispetto tra uomo, donna e figli. E` l’unico valore. E i divorzi che secondo il “Nouvelle Observateur” sono aumentati vertiginosamente? Vorremo mica demonizzare anche questa conquista… Semmai dobbiamo ammettere, dopo aver negato per anni l’ evidenza, che, è vero, i figli ne soffrono. E molto. Dopodiché viva il divorzio. Lei è riuscita a trasmettere ai suoi figli la voglia di libertà? Quando mio figlio aveva 13 anni, scrissi per Mondadori In quale nascondiglio del cuore. Era una lunga lettera in cui gli dicevo che cosa salvare e che cosa buttare del periodo della contestazione. Che cosa butta invece? Le degenerazioni violente degli anni Settanta, l’ edonismo degli anni Ottanta (in questo il direttore di Esprit ha ragione), la faziosità e l’ intolleranza. Quanti erano quelli che volevano liberare la classe operaia ma opprimevano la moglie? E poi l’ obbligo della spigliatezza sessuale, sennò non eri una vera compagna, mi creava difficoltà. In fin dei conti l’ ipersessualizzazione era un modello repressivo. Ma necessario in quella fase. E qual è la libertà sessuale appresa dai suoi figli? Sono sempre stati liberi. Però non ho mai taciuto. Al maschio ho detto: rispettala. Alla femmina ho detto: fatti rispettare. Poi è arrivata la paura dell’ aids. E ogni tanto gliela ricordo.