LEGGE E ORDINE A RIMINI “RIPULITA” LA CAPITALE DELLE VACANZE

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  • Testata            Panorama
  • Data Pubbl.     23/07/1998
  • Numero           0029
  • Numero Pag.   63
  • Sezione            ATTUALITA’
  • Occhiello         LEGGE E ORDINE A RIMINI COSI’ E’ STATA “RIPULITA” LA CAPITALE DELLE VACANZE
  • Titolo  PIADINE E MANETTE, FERIE PERFETTE
  • Autore MARCO GREGORETTI
  • Testo

RIMINI:

Il giovane rumeno si avvicina furtivo all’ ombrellone e cerca di rubare orologio e catenina. Il proprietario se ne accorge e lo blocca. Dopo pochi secondi arrivano due carabinieri. Silenziosi, controllavano dalla passerella. Siamo a Rimini ed è già stagione di vacanze. Dopo gli stupri nei camping dell’ anno scorso, dopo le megarisse del 1996, per i previsti 8 milioni di ospiti italiani e stranieri che hanno già cominciato a prendere d’ assalto la riviera è stata predisposta un’ accoglienza particolare. L’ ordinanza emanata il 15 giugno dal questore Achille Dello Russo, arrivato a Rimini nel marzo scorso, è molto chiara: difesa del turista senza militarizzare la battigia. E’ l’ operazione Es, Estate sicura. Il ministro dell’ Interno Giorgio Napolitano ha concesso i rinforzi: più di 100 uomini oltre a quelli stanziali. Una task force di poliziotti a piedi, sui fuoristrada, a cavallo e con i cani, di carabinieri coordinati da un militare esperto come il colonnello Gianni Savarro, di vigili urbani, di finanzieri e di militari della capitaneria di porto. Prevenzione e controlli ovunque: battigia, passerelle, lungomare. Di giorno e di notte. Ma con grande discrezione. “Forse Rimini non sarà più il bengodi di rapinatori e sfruttatori” dice il questore Dello Russo. Panorama ha passato un caldo weekend sulle volanti. Sabato 11 luglio, ore 22.45, via Mosca, 77. Andy, pastore tedesco della squadra mobile, ha fiutato qualcosa. Guaisce davanti al garage di Alessandro Litta, 38 anni, romano, residente a Rimini, incensurato. Una poliziotta entra e Andy va dritto verso uno scatolone: dentro c’ è la bustina già confezionata di cocaina. Un agente in borghese, alto, jeans, orecchino e capelli corti, la apre e la mostra al vicequestore Gerolamo Lanzellotto, coordinatore di Estate sicura, accorso sul posto con un’ auto civetta: “Vede? E’ coca”. Gli investigatori da tempo stavano dietro a Litta, ma la merce trovata è poca. E lui si cautela chiamando subito un avvocato. Che arriva e, al buio del cortile, comincia a parlare fitto fitto con il suo cliente. Litta pensa di cavarsela. Non sa che la polizia conosce l’ altro nascondiglio: via Mare Chiesa. Ci vanno con lui. E fanno centro: saltano fuori 198 grammi di cocaina pura. Si aggiungono agli altri sequestri degli ultimi sei mesi: un kilogrammo di cocaina, due e mezzo di hascisc, 100 grammi di marijuana e altrettanti di eroina. E’, negli ultimi sei mesi, l’ arresto per droga numero 223. Rispetto allo stesso periodo dell’ anno scorso 68 in più. Nel gruppo dei poliziotti che hanno bloccato Litta c’ è l’ ispettore Giancarlo Pellizzato. Ha i capelli corti e rossi come il pizzetto appena accennato. E’ abbronzato. Spacciatori di varia nazionalità, soprattutto maghrebini, lo chiamano “il rosso” o, più spesso, “occhi di serpente”. Per due motivi: ci vede benissimo di notte, tanto che alcuni nordafricani gli attribuiscono poteri religiosi; e ha una memoria visiva infallibile. Impossibile con lui fare il giochino delle triple e quadruple identità. Li riconosce persino dalla forma delle dita: due mesi fa è riuscito ad arrestare 40 spacciatori. Il gip ha dovuto confermare l’ arresto: non sono riusciti a dimostrare di essere incensurati. “Ora” dice Occhi di serpente “voglio arrestare quelli che fanno spacciare l’ hascisc ai bambini”. Ore 23.50, piazza Tripoli. Due rumeni se le stanno dando di santa ragione. Litigano per il bottino di un furto: 400 mila lire in tutto. La rissa dura pochissimo e il maltolto torna al legittimo proprietario. Nulla hanno potuto, infatti, contro Nevoso e Idem, due cavalli bianchi pomellati arrivati portando in sella due ispettori. “Il cavallo mette paura” dicono “è un ottimo deterrente per prevenire scippi, borseggi, liti e risse”. E poi fanno glamour mentre di notte fendono la folla oceanica del centro. O all’ imbrunire sul lungomare. Ore 0.40, via Dardanelli. Piccola strada buia. Un’ auto bianca, di marca giapponese, si ferma. Scendono due giovanotti. Uno ha gli occhiali, l’ altro ha il pizzetto biondo. C’ è Ramos, piccola di statura, castana, 20 anni. E’ peruviana. Si prostituisce. I due ragazzi sono ispettori del servizio antiprostituzione. Quando lei se ne accorge, è troppo tardi. Non oppone resistenza e sale in macchina. Il giro continua. Di lucciole neanche l’ ombra. Fino in via Tolemaide, verso Bellaria. All’ angolo con un vicolo ci sono due nigeriane. Una scappa come un’ antilope tra i campi. L’ altra, corpulenta e fasciata dai fuseaux rosso sgargiante, viene caricata e accompagnata in questura. Dove, nel frattempo, erano già state portate due albanesi, una bulgara e un’ altra peruviana. “Pesca striminzita quella di oggi” commentano i poliziotti. D’ altronde, come hanno riferito i quotidiani negli ultimi giorni, le prostitute in riviera sono praticamente sparite. Nel tratto tra Cattolica e Bellaria “lavoravano”, fisse ogni notte, più di 150. Oggi se ne incontrano al massimo 15. Dal 14 gennaio al 10 luglio sono state eseguite 895 identificazioni (ognuna aveva diverse identità) con tanto di fotografie; 194 sono le prostitute accompagnate alla frontiera, 222 quelle espulse. Venti hanno avuto il foglio di via obbligatorio, 11 sono le persone arrestate, soprattutto protettori, e 19 i denunciati in stato di libertà. E non c’ è trucco che tenga: per esempio le albanesi, sapendo che per l’ Albania ci sono le navi il lunedì e il giovedì, domenica notte e mercoledì notte non andavano in strada. Ma in questura avevano l’ orario degli aerei. Ore 2, nel grande parcheggio della discoteca Ecu, in collina. C’ è di nuovo Occhi di serpente. Per lui la nottata è quasi finita. Agenti in divisa e in borghese fermano le macchine che arrivano. I cani annusano. “Ma è difficile che l’ ecstasy la portino qui” dice sicuro l’ ispettore Pellizzato. Entra una Punto verde. A bordo un uomo e due donne. Scende una ragazza brasiliana, piuttosto robusta e con la gonna cortissima. “Cosa ci fai qui? Non abiti più a Ravenna?”. Occhi di serpente l’ ha riconosciuta: a Ravenna era stata arrestata ed espulsa. Sono le tre di notte. “Tutto sotto controllo”. Domenica mattina, ore 7, capitaneria di porto. E’ presto, il sole picchia forte. Una quindicina di uomini in calzoncini corti, T-shirt e scarpe da ginnastica si divide in due o tre per macchina. Sono poliziotti, vigili urbani e militari della capitaneria. E’ la squadra antiabusivismo. L’ intento, con tattiche, orari e luoghi che cambiano ogni giorno, è quello di bloccare i venditori illegali e clandestini prima che le spiagge si riempiano di turisti. Dall’ 1 maggio al 5 luglio ha controllato e identificato 870 persone (814 stranieri e 56 italiani), sequestrato merce per oltre mezzo miliardo di lire, rimpatriato 44 abusivi ed espulso altri 154, denunciati 86 e arrestati sette. Sul campo, a operare e dirigere gli interventi c’ è Luciano Baglioni, l’ ispettore che insieme al suo collega Pietro Costanza, anche lui ora impegnato contro gli abusvi, scoprì gli appartenenti alla banda della Uno bianca. La mattinata entra subito nel vivo. Due nordafricani dormono su un prato adiacente alla spiaggia del bagno numero uno. Baglioni li sveglia e chiede i documenti: sono molto aggressivi, fanno le vittime e minacciano. Tunisini, marocchini, albanesi. Arrivano perfino dal Bangladesh. Ma la vera emergenza è quella dei cinesi. Sono tutti della zona di Zeyang. Fabbricano nei laboratori nascosti creme e unguenti rudimentali e pericolosi e poi massaggiano i bagnanti. In un solo deposito sono state sequestrate 192 mila scatole di creme. Alle 7.30 due agenti e due vigili della squadra si avvicinano a un signore di mezza età sdraiato sul lettino. Un cinesino gli sta massaggiando la schiena. Non fa in tempo a scappare: viene fermato e le scatolette di creme sequestrate. Nel suo zainetto c’ è anche un disegno del corpo umano: a ogni freccetta corrisponde un punto da massaggiare. Intanto il vigile Giorgio Marlazoni, riminese, foularino al collo e baffi brizzolati, ne blocca un altro. Che dice: “Lascia stale capo”. E invece finisce in questura anche lui. Alle 8 ci vuole già un furgone per portare via la merce sequestrata. E auto d’ appoggio per le persone fermate. C’ è anche un bambino di 12 anni: duro come una roccia, non vuole dire chi è suo padre, quel brav’ uomo che prima di sparire gli ha riempito lo zainetto di creme e unguenti per non farsi beccare. Intanto, mentre Baglioni redarguisce una turista bresciana settantenne che ha nascosto nella cabina la borsa di una ragazza cinese fermata già altre sei volte, in mare si è formato una specie di serpentone umano. Sono nordafricani e cinesi: per non farsi prendere si mettono, tutti vestiti, in acqua. E aspettano che la squadra antiabusivismo se ne vada. A metà mattinata lo stanzone in centro dove vengono portati per l’ identificazione è una babele: ci sono il cinese Xia, Mohammed Suruzzaman che arriva dal Bangladesh, il senegalese Ngon Bissane… Collanine, unguenti, accendini, tappeti, lenzuola vengono chiusi e sigillati in grandi sacchi. E trasportati in un gigantesco deposito della polizia municipale ai piedi del colle di Covignano. Finiranno in beneficenza. Ma sì, Es vuol dire anche Estate solidale.

 

BOX

RIMINI: PRIMI EFFETTI DEL PROGETTO “ES”

In poco più di due mesi, dall’ 1 maggio al 10 luglio, sono già state espulse dalla città 120 persone sospette con foglio di via obbligatorio. Nei primi sei mesi del 1998 sono stati arrestati 223 spacciatori Nel corrispondente periodo del 1997, solo 155. Da maggio a oggi sono già stati identificati 870 abusivi (814 stranieri e 56 italiani). In tutto il 1997, solo 420. Estate 1998: circolano in città circa 15 prostitute. Estate 1997: ogni sera erano al lavoro circa 150-200 lucciole.