Bivacchi e disperazione. Il Pd smentisce se stesso pur di criticare il governo appena insediato. Il senatore Franco Mirabelli presenta un’interrogazione al nuovo Ministro degli interni sugli accampamenti plein air degli immigrati in coda per i permessi. Il testo del mio articolo su Libero di venerdì 28 ottobre 2022 (Video esclusivo a cura del Sindacato autonomo di Polizia)

Bivacchi in via Cagni, a Milano
Condividi l'articolo


L’articolo che ho scritto per Libero di venerdì 27 ottobre 2022

Sempre meglio fare verifiche incrociate perché, in realtà, potrebbe essere un articolo di Lercio (il blog del sarcasmo paradossale). Invece no! È tutto vero: un senatore del Pd ha presentato al neo Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, in carica di cinque giorni, un’interrogazione contro i bivacchi degli immigrati davanti a un ufficio della Questura di Milano, quello di via Cagni, aperto recentemente per le pratiche e le informazioni necessarie per avere i permessi di soggiorno. Nello specifico si tratta di Franco Mirabelli. “Nei mesi scorsi” interroga “la Questura (lui lo scrive con q minuscola, ma noi lo correggiamo Ndr) di Milano ha aperto un ufficio in via Cagni 5 per raccogliere le domande di protezione internazionale e per fornire informazioni a coloro che intendono regolarizzare la propria posizione in Italia. Dal momento dell’apertura di questo sportello, centinaia di persone sostano giorno e notte nelle aree attigue del Parco nord o di viale Suzzani creando una situazione di degrado e di allarme nel quartiere”. Mirabelli paventa persino il rischio che si creino sistemi di bagarinaggio, o comunque, illegali per “governare le code allo sportello”. Così, sotto gli occhi dei poliziotti. Alla faccia della fiducia nelle Forze dell’ordine. Uno dice: eh sì, ha ragione il senatore, magari chissà quanto tempo fa aveva presentato l’interrogazione al Ministro Lamorgese, quando il suo partito comandava e governava. Lamorgese? Ma và. Il bivacco esiste da un bel po’, è lo stesso Mirabelli a scriverlo, però la sua protesta è solo di ieri, mercoledì 27 ottobre. Ci si poteva aspettare che l’importante esponente politico del Pd calcasse più la mano sul disagio degli immigrati che su quello dei passanti. Invece questo aspetto lo ricorda a Libero Massimiliano Pirola, segretario provinciale del Sap (Sindacato autonomo di Polizia). Dice, infatti, Pirola “Uomini, donne e tanti bambini, che quest’estate erano accampati all’aperto con 40 gradi all’ombra. Sono esseri umani, no?”. È che in Senato c’è l’aria condizionata. Era stato proprio il Sap, il primo luglio scorso, a denunciare la allucinante situazione di “degrado di fronte alla caserma del reparto mobile della Polizia di Stato in via Umberto Cagni”. Il sindacato scrisse una lettera ai giornali, dove si leggeva, tra l’altro: “Ogni notte si accampano centinaia di cittadini extracomunitari richiedenti asilo. Ben si immagina come le torride temperature stagionali, l’assenza di punti di ristoro e di servizi igienici, renda problematica la gestione…Ed ancora una volta il problema accoglienza viene lasciato totalmente nelle mani della Polizia di Stato”. In effetti, al netto dello sfruttamento politico e mediatico della sofferenza degli immigrati, poi dare conforto sul terreno ci sono praticamente solo agenti di Polizia: danno da bere agli assettati e da mangiare agli affamati, mediano, curano. Fra poco arriverà il freddo. E chi porterà le coperte a uomini, donne e bambini che dormiranno e faranno la coda all’addiaccio? Forse uno dei 3-4 operatori (2 dell’Immigrazione e uno o due della Scientifica) incaricati di occuparsi delle 30 pratiche quotidiane? Sì, avete capito bene, a Libero risulta che ci siano 3, al massimo quattro, agenti per 30 pacchi di documenti da disbrigare ogni giorno. Però il punto importante, stando al contenuto dell’interrogazione del Pd, sarebbe che quei bivacchi di persone quasi senza speranza intralcino la serenità dei milanesi. Eh già, l’accoglienza.
L’impressione, piuttosto concreta, è che l’interrogazione del senatore del Pd sia un contorcimento a tre mandati. Il primo è il bislacco tentativo di creare fastidio al neo ministro degli Interni. Troppo facile la risposta: senatore Mirabelli dov’era quando il Viminale era diretto da un ministro del suo governo? Il secondo sembra piuttosto un messaggio rivolto ai meandri di un partito dove si litiga dalla mattina alla sera. Un po’ come dire: “Letta e Serracchiani, avete capito o no perché abbiamo preso la batosta? La gente non ne può più!”. Terzo, ma non ultimo: e se quello di Mirabelli fosse un mal riuscito tentativo di depistaggio? Lo capisce anche un bambino che i giardinetti pubblici non sono competenza del Ministero degli Interni. Mica sono i poliziotti a dover tenere in ordine e pulito il parchetto. Da quando esistono le amministrazioni comunali se ne devono occupare gli amministratori pubblici. Nello specifico il sindaco Giuseppe Sala e la sua Giunta. Che, al limite, possono dare mandato all’Amsa. Giù botte al neo ministro per non rischiare di dover puntare l’indice contro l’amministrazione milanese di centro sinistra
Insomma l’alzata di scudi, più che una fucilata a segno sembra un autogol. Dall’area di centro destra non si sono fatte attendere le reazioni. Il deputato Riccardo De Corato, Fratelli d’Italia, ex vicesindaco di Milano e, fino a prima delle elezioni di domenica 25 settembre, assessore alla sicurezza della Regione Lombardia, ha rilasciato una dichiarazione, con la quale, stupito, ricorda che: “Già lo scorso 21 giugno ho sottolineato tale allarmante situazione… Ma il senatore Mirabelli dov’era fino alla settimana scorsa quando al Ministero degli Interni c’era la sua amica Luciana Lamorgese? Perché non l’ha spronata a intervenire e ad allestire strutture di ricovero? Si è svegliato solo adesso, a poche ore dall’insediamento del Ministro Piantedosi?”. Intanto il bivacco nei giardinetti pubblici continua.
Marco Gregoretti
IL VIDEO GIRATO QUESTA ESTATE IN VIA CAGNI E DINTORNI DAL SAP, SINDACATO AUTONOMO DI POLIZIA