I Carabinieri Forestali e la Guardia di finanza, su mandato della Procura della Repubblica di Milano, sequestrano preventivamente il cantiere del nuovo tratto della tangenziale di Milano e indagano sette persone. Traffico illecito di rifiuti e truffa da almeno 8 milioni ai danni di ente pubblico. Le indagini sono tuttora in corso

Il cantiere sequestrato preventivamente per presunti traffico illecito di rifiuti e truffa ai danni di ente pubblico
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Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Milano

Comunicato Stampa del 08 marzo 2023

I Carabinieri Forestali del N.I.P.A.A.F di Milano e Lodi e i Finanzieri del Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, nell’ambito di una complessa attività di indagine
coordinata da questa Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, stanno
eseguendo un decreto di sequestro preventivo – anche per equivalente – fino alla concorrenza
dell’importo di oltre 8 milioni di euro, quale profitto dei reati di traffico illecito di rifiuti, truffa
aggravata ai danni di ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture e gestione di rifiuti non
autorizzata, nei confronti di due società, ai sensi della disciplina sulla responsabilità
amministrativa degli enti del D. Lgs. 231/2001, e sette persone fisiche alle quali, a vario titolo,
sono ascritti i reati sopra indicati.
Contestualmente, è in corso di esecuzione il sequestro del cantiere del nuovo tratto della
tangenziale di Novara al fine di verificarne la condizione ambientale e strutturale.
Le indagini avviate a seguito degli accertamenti eseguiti dai Carabinieri Forestali del
N.I.P.A.A.F. di Milano e Lodi hanno permesso di ritenere la sussistenza di un quadro indiziario
relativo ad una serie di violazioni alla normativa ambientale, che sarebbero state realizzate da una
società operante nel settore dello smaltimento e riciclaggio dei rifiuti per il mancato rispetto delle
norme di settore relative alla produzione delle materie prime secondarie (M.P.S.) e per l’assenza
delle previste garanzie finanziarie.
In particolare, dalle risultanze investigative è emerso che, presso l’impianto di recupero rifiuti
oggi sottoposto a sequestro, venivano effettuate operazioni illegali di trattamento dei rifiuti terrosi
e da demolizione. Nello specifico, i rifiuti fuoriuscivano dal sito senza aver subito un trattamento
adeguato e conforme alla legge. Sono state quantificate circa 250 mila tonnellate di rifiuti speciali,
stoccate all’interno del sito sequestrato in violazione della legislazione ambientale vigente. Ad
aggravare gli illeciti concorre anche il fatto che l’accumulo assai ingente di rifiuti sarebbe stato
realizzato all’interno del Parco Agricolo Sud di Milano, area sottoposta a tutela paesaggistico-
ambientale.
L’illecito profitto derivante dal traffico di rifiuti stoccati all’interno dell’impianto, sottoposto
a sequestro, è stato quantificato in circa 3,8 milioni di euro.
Lo sviluppo delle attività investigative, co-delegate ai militari del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, ha fatto emergere che una parte
consistente di tali rifiuti sarebbe stata destinata ad una società consortile, costituita per eseguire i
lavori affidati da un ente pubblico ad un’associazione temporanea di imprese, per la realizzazione
della strada di interconnessione tra la S.S. 32 Ticinese e la tangenziale di Novara, oggi ancora in
fase di realizzazione.
In particolare il materiale conferito alla società consortile dall’impianto citato, pari a quasi
500.000 tonnellate di terre e rifiuti, non sarebbe stato sottoposto ad una reale operazione di
trattamento e recupero tale da poter garantire la qualifica di materiale recuperato, come previsto
nel capitolato speciale di appalto, bensì sarebbe stato realizzato con una moltitudine di rifiuti
mescolati tra loro, costituiti prevalentemente da materiale terroso e accompagnati da una mendace
Marcatura CE, in danno della Stazione appaltante.

La frode nelle pubbliche forniture e la truffa aggravata ai danni dello Stato – secondo l’ipotesi
investigativa – hanno consentito illeciti profitti pari a circa 4,2 milioni di euro.
Per i fatti descritti sono indagate a diverso titolo sette persone, tutti cittadini italiani residenti
in Lombardia e Piemonte.
L’attività di contrasto contro le attività organizzate per il traffico di rifiuti della DDA di
Milano, con l’impiego delle risorse specializzate presenti sul territorio, si sta fortemente
focalizzando sul settore delle opere pubbliche e del recupero dei rifiuti terrosi e da demolizione,
funzionali alla realizzazione di tali opere. Gli ingenti investimenti in atto, crescenti nei prossimi
anni grazie ad investimenti da PNRR e nell’ambito delle Olimpiadi di Milano-Cortina, impongono
l’innalzamento della soglia di attenzione e la maggiore focalizzazione delle risorse disponibili su
tali obiettivi.
Si evidenzia che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che la
responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza
irrevocabile di condanna. Parimenti, ai sensi del D.lgs. n. 188/2021, si ritiene sussistente
l’interesse pubblico all’informazione, con particolare riferimento al contrasto dei reati ambientali,
contro la Pubblica Amministrazione e contro il patrimonio.

Il Procuratore della Repubblica
Marcello Viola