Milano bella e ricca. Ma sempre meno sicura. Anche se per proteggere i suoi cittadini la Squadra mobile, diretta da Marco Calì, ce la mette tutta. “Fino all’ultima goccia di sudore”, dice lui nell’intervista che mi ha rilasciato per Libero di sabato 2 dicembre 2023. Ecco il testo completo

Intervista al capo della Squadra mobile di Milano, Marco Calì, per Lbero di sabato 2 dicembre 2023
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È cambiato un caposaldo del piccolo crimine: la palma d’oro del borseggio non è più appannaggio delle donne serbo bosniache, ma dei ragazzi sudamericani. Poi vedremo perché. Intanto c’è da dire che siamo fortunati, non c’è dubbio. Milano ha un capo della squadra mobile che ama questa nostra grande e dotta città, la sua storia, la sua evoluzione. Da quando vive qui, cioè circa quattro anni, Marco Calì, il dottor Marco Calì, ha lavorato a cuore aperto, “cercando sempre il bicchiere mezzo pieno”, come ha detto ieri a Libero, per il bene di tutti noi. Per chi a Milano ci vive e ci lavora, o pensando a chi frequenta la principale metropoli italiana per affari, per cultura, per turismo o per i drammi, tanti, troppi oggi, che l’hanno costretto a lasciare il proprio Paese.
Non è la prima volta che il nostro giornale ha l’occasione di parlare a ruota libera con lui. È che forse mai ci eravamo accorti di avere un poliziotto al comando dedicato 24 ore su 24 al benessere dei cittadini. La percezione della sicurezza, da parte di donne che rischiano molestie e violenze perfino sugli autobus, di ragazzi aggrediti da altri ragazzi per portare via una catenina, di turisti a cui strappano gli orologi preziosi dal polso, o rubano il computer portatile, il portafoglio e lo smartphone, o di imprenditori a cui scippano la zainetto, è diventata un problema assillante, sempre più urgente da risolvere. È di un paio di settimane fa la polemica su Milano poco sicura tra Flavio Briatore, a cui hanno rubato dalla macchina un bagaglio alle 11 di mattina in pieno centro e il sindaco Giuseppe Sala, che gli ha detto di sporgere regolare denuncia invece di lamentarsi su Instagram. È quotidiano l’aggiornamento social sulle squadre di borseggiatrici che nella “tube” violano la serenità di gente stanca che va o che torna dal lavoro, quando ce l’ha, sempre più avvezza alla reazione veemente. Avere uno come Calì che non indossa gli abiti dello sceriffo, ma quelli del ragionamento ottimista fino a dire, appunto: “Io guardo il bicchiere mezzo pieno”, è quasi zen. Sembra perfino un paradosso. Così il capo della squadra mobile: “Se aumenta il crimine da strada è perché Milano è sempre più attrattiva, ricca e internazionale. Arrivano persone da tutto il mondo…”.
I dati forniti dal Questore Giuseppe Petronzi a metà novembre, danno ragione a Calì: sono drasticamente diminuiti reati gravi come omicidi, rapine in banca o in gioielleria, furti in appartamento, ma si è registrata l’impennata dei cosiddetti diffusi, tipo, appunto, i borseggi. Ed è per questo che la gente non nasconde il timore di uscire di casa da sola, raggiungendo nello stesso tempo livelli di rabbia da allarme rosso. L’impegno della Polizia di Stato, dunque, ha fatto, a Milano, un deciso salto di qualità e di quantità. “Vi do un elemento che lo fa capire molto bene” spiega Calì a Libero “Nel 2022 abbiamo eseguito 28 arresti di borseggiatrici e di borseggiatori. Nel 2023 sono già 96. E siamo all’inizio di dicembre, uno dei mesi più caldi. Il mese dello shopping natalizio”. Non basta: i numeri di cui parla il capo della mobile si riferiscono esclusivamente al reparto che dirige. “Esatto” aggiunge “per avere il quadro completo bisogna aggiungere quelli dei commissariati di zona”. L’anno scorso il 78 per cento degli arrestati per i borseggi era di nazionalità serbo bosniaca. Nei primi dieci mesi del 2023 sono finiti in cella borseggiatori peruviani, cubani, bulgari, marocchini, algerini, rumeni e colombiani. Sfogliando le pagine dei suoi appunti, Calì legge e aggiunge che “i sudamericani hanno superato i serbo bosniaci”. E che, comunque “abbiamo arrestato anche un georgiano e un italiano”. I luoghi sensibili sono l’evergreen metropolitana, il quadrilatero della moda, i mercati, corso Buenos Aires, i Navigli, la movida. Ovunque ci sia calca. Il capo della mobile confida a Libero che le due colonne restano una buona prevenzione e un’efficace repressione. Possibili anche perché, finalmente, le voci spaventate dei cittadini e le pressioni degli investigatori e degli inquirenti hanno sortito l’effetto sperato: “Abbiamo molti strumenti a disposizione. E noi li usiamo tutti”. L’operatività e il controllo sul territorio sono nelle mani “di personale in divisa. Ben visibile. E di uomini in borghese, mescolati alla folla. Un’aliquota invisibile e pronta a intervenire che, praticamente ogni giorno, porta un soggetto in Questura. E poi c’è la Polmetro, Milano è una delle poche città ad esserne dotata. In superfice lavorano anche i falchi in moto e tre squadre. Oltre a equipe miste composte da agenti della mobile e dei commissariati”.
Quante volte ci è toccato scrivere che i cittadini milanesi sono stufi di vedere microcriminali operare a getto continuo perché scarseggiano gli strumenti legislativi? Tante. Beh, oggettivamente, va riconosciuto che anche dal punto di vista dei poteri di intervento del Questore e dell’autorità giudiziaria, del Giudice, è stato fatto un passo avanti. Il pacchetto sicurezza, appena approvato dal governo, tra le varie norme ne prevede alcune riferite esplicitamente alla sicurezza urbana. Una stretta, senza dubbio, ma che consente di intervenire, per esempio, anche in assenza di flagranza con l’emissione di fogli di via, con i Daspo, con gli avvisi orali.., “Utilizziamo, sotto la guida magistrale del Questore Petronzi, tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione. Compreso il pacchetto Caivano. E se il legislatore ce ne fornirà altri utilizzeremo anche quelli. Comunque penso che, passare dai 28 arresti del 2022 ai 96 del 2023 e ancora non è finito l’anno, sia già un buon risultato”.
Torna il bicchiere mezzo pieno: Milano attrae tanta gente perché è una gran bella città. E quindi gli appetiti microcriminali si espandono. “In epoca di iper mediatizzazione social” dice ancora Calì “È importante istruire i cittadini e i turisti. Possono bastare a volte piccoli accorgimenti, come non tenere lo zainetto sulla schiena, non mettere il portafoglio nel tascone esterno di un giaccone, chiudere la cerniera della borsa…O, se si è seduti al bar, avere il telefonino a portata di mano, non dimenticarsi di aver appoggiato lo zainetto per terra… Niente di che , ma spesso sufficiente a evitare di subire furti e le seccature delle varie denunce: documenti, carte di credito…”. È per questo che gli uffici Questura, fornendo la notizia di un arresto, diffondono anche i video dell’operazione: “Così si possono vedere i vari trucchi usati dai borseggiatori e dalle borseggiatrici”. Foza dottor Calì, che sta dalla parte della città e di chi la vive! “Sempre, fino all’ultima goccia di sudore”.
Marco Gregoretti

Intervista al capo della Squadra mobile di Miano, Marco Calì, per Lbero di sabato 2 dicembre 2023