Un video che scotta. In decine di migliaia, forse più di centomila, lo avete visualizzato. In migliaia lo avete condiviso. Ci siamo inquietati, io che l’ho pubblicato su Facebook e voi che lo avete guardato, nel vedere quelle montagne di dollari pressati dentro decine di casse con il logo della più grande istituzione umanitaria del mondo. Possibile che la Croce Rossa manovri tutti quei soldi, nascondendoli perdipiù? Possibile che lo faccia la Croce Rossa Internazionale? L’ufficio stampa ha inviato via social delle precisazioni che, indirettamente, sono arrivate anche a me.
Nella smentita si fa riferimento al fatto che il filmato non sia nuovo, bensì datato 2011 e che sia la Croce rossa italiana che quella internazionale sarebbero estranee. E che, invece, qualche malintenzionato avrebbe usato i loro loghi per esportare montagne di soldi in luoghi sicuri. Ecco parte del testo integrale del comunicato “Nelle ultime ore, attraverso profili facebook privati che se ne attribuiscono la proprietà, è tornato a circolare un video del 2011, che nel corso degli ultimi due anni, complice la capacità moltiplicatrice dei social network e la diffusione di fake news, spunta fuori periodicamente e mostra un uso illegittimo dell’emblema del Comitato Internazionale della Croce Rossa su alcune casse che contengono denaro contante. Già lo scorso gennaio, il CICR specificò con estrema chiarezza che “Il Comitato non ha nulla a che fare con lo stoccaggio o il trasporto di denaro che viene contestato attraverso il video e condanniamo con forza l’abuso perpetrato ai danni del nostro nome e del nostro logo”.
Ma questo è proprio il punto dolente: la precisazione della data conferma quel che qualche uccellino mi aveva suggerito: quei dollari sono il tesoro di Muammar Al Qaddafi, altrimenti conosciuto come Gheddafi. Autorevole fonte interna mi scrive :”La scritta sulle casse riporta “la grande jamahiriyyah araba socialista”. Quindi la Libia di Gheddafi. La data riportata (13/07/2011). In quell’epoca la “coalizione” aveva già attaccato la Libia e probabilmente potrebbe trattarsi del tesoro trovato dagli americani a Tripoli, oppure di quello che non hanno trovato…”. Quello che gli americani non hanno trovato, già. Ma allora, al netto di chi sostiene che, invece, potrebbe trattarsi del tesoro di Saddam Hissein, dove sono finiti tutti quei soldi? Possibile che nessuno sappia chi, come, quando, dove e perché quella caterva di dollari che con ogni probabilità appartiene allo scomparso dittatore libico, nonché finanziatore del terrorismo internazionale, salvatore della Fiat e, qualche decennio dopo, di Unicredit, se li sia presi? Vorrei chiudere per il momento la faccenda del video con un altro messaggio che ho ricevuto da persona documentata e assolutamente attendibile :”Quelle,
sono casse Militari e solo gli italiani hanno un Corpo Militare della Croce Rossa.
Le riconosco perché sono stato in servizio nello stesso corpo dal giugno 1996 al 31.12.2011.
Tante identiche a queste le ho trasportate personalmente, assieme ad altri Sottufficiali sia, di quella dimensione che, di altre molto 07.13.2011(13/07/2011 Ndr). Insieme ad un testo in scrittura in arabo.
Sono certo che non potessero che, essere trasportate da Militari CRI e,non da personale civile perché, non ne avevano disponibilità. Mi risulta inoltre che, gli unici Militari CRI
fossero solamente gli italiani e che siano stati gli unici presenti in tutta la Croce Rossa Internazionale”.
Il filmato mi ha aperto un mondo. Anzi: militari della Croce Rossa e infermiere volontarie, portatori e portatrici di competenze, umanità, dedizione e coraggio, mi avete aperto un mondo. Ho capito bene perché i vertici della Croce Rossa italiana non hanno cercato un contatto giornalistico diretto con me, a prescindere dal filmato. La storia encomiabile della Croce Rossa italiana rischia di essere totalmente vanificata dalle scelte della sua goverance. Del suo Presidente, che dal 2017 è anche Presidente della Federazione internazionale delle Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, il più grande network umanitario del mondo. E di questo vi racconterò nella prossima puntata. A breve. Non volevo crederci. Ma in che mani siamo stati?
A fra poco
Marco Gregoretti