Terrore in Israele. Studentelli ignorantelli che inneggiano ad Hamas. Il commento che ho scritto per Libero di martedì 10 ottobre 2023

L'articolo per Libero di martedì 10 ottobre 2023
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Verrebbe voglia di scrivere: il problema vero sono i figli di papà. Quelli, capetti di collettivi studenteschi, che vivono in appartamenti di due piani in centro e che ancora oggi, nel 2023, hanno il maggiordomo. Ma si finirebbe con il fare il gioco del loro razzismo antisemita esibito come cifra politica identitaria. “Uccidere un fascista non è reato” o bruciare la bandiera di Israele durante una manifestazione, appartengono alla retorica arrogante trentennale (e forse più) dei gruppi “antagonisti-chic” del liceo classico milanese Manzoni, da cui sarebbero partite iniziative “social” con post a sostegno delle nefandezze disumane compiute in queste ore dai militanti di Hamas. Esultare ed esaltare con commenti antiisraeliani e, di fatto, antisemiti, pubblicando le foto dei terroristi in festa dopo aver sgozzato bambini, donne, uomini, mamme, papà, intere famiglie, fa venire il vomito. Bene ha fatto, dunque, il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Valditara a disporre una ispezione, con conseguenze legali per gli autori del disgustoso intervento on line a supporto di spietati assassini, al Manzoni e ai licei, come il Setti Carrara, che si sono accodati al bullismo terroristico e antisemita. Condito dalla novità del momento: l’ignoranza. Totale. A 360 gradi. Cari studentelli dovreste essere condannati tenere nelle vostre stanzette, incorniciata e attaccata alla parete, la foto gigante di Tamar Kedem, di suo marito Jonathan (Johnny) delle loro figlie di 6 anni, Sahar e Arbel, del figlio di 4, Omer. L’obiettivo li ha fissati insieme, sorridenti, felici, nel kibbuz di Nir Oz, inconsapevoli che sarebbero stati massacrati da Hamas. Ora non ci sono più. Fate una cosa, ragazze e ragazzi: mentre guardate quella foto andate in Procura ad autodenunciarvi. E prima di sostenere e dire cazzate, informatevi.
Marco Gregoretti

Famiglia sterminata in un Kibbutz da Hamas