Si aspettano conferme istituzionali. Ma questa settimana per due volte ho ricevuto la seguente notizia: “Ucciso in Libia un agente italiano sotto copertura. Forse come giornalista”. La prima volta il due ottobre scorso, quando a Sirte, roccaforte di Isis, è stato ucciso, dal colpo sparato da un cecchino, il giornalista olandese Jeroen Oerlemans, 45 anni. Nelle ore successive mi è arrivata una mezza smentita. “Forse c’è stato un difetto di comunicazione”. Ieri però di nuovo, e con maggiore insistenza. “Continuiamo ad avere notizie di italiano ucciso. In Lybia. Un agente sotto copertura secondo nostre fonti”. L’ipotesi sarebbe quella di un collegamento con la vicenda dei due operai italiani, Danilo Calonego e Bruno Cacace, rapiti a Ghat la mattina del 19 settembre scorso e su cui sarebbe in atto una problematica triangolazione tra i servizi segreti italiani, altri apparati operativi della Nato, il Capo della Concilio delle tribù libiche e il governo Serraj. Si pensa anche che, se la notizia della morte dell’agente italiano sotto copertura ucciso fosse confermata, si sarebbe verificata contestualmente a quella del reporter olandese. Per ora non ci sono conferme, smentite e ulteriori dettagli. Attendo una risposta a una richiesta di delucidazioni “istituzionali” che ho avanzato questa mattina.
Marco Gregoretti