Archivio di Greg. Quando Mancini giocava a briscola, a Genova lo chiamavano “cucciolo” e Moratti lo voleva all’Inter in cambio di un sacco di soldi (che a cucciolo servivano per risanare un affare andato male)

Roberto Mancini
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Ecco qui un mio vecchio articolo di Panorama, datato 21 novembre 1996. È un ritratto di Roberto “Mancio” Mancini, che a Genova chiamavano “cucciolo” che all’epoca era l’idolo dei tifosi blucerchiati. Un bel ricordo per me, anche perché lo scrissi a quattro mani con un giovane collega, Giacomo Amadori, che poi si è fatto largo a suon di scoop. Ci divertimmo a lavorarci insieme. Andammo perfino a spiare la bella villa dove Mancio viveva con la moglie e i figli. All’interno c’era anche un bel campo di calcetto. In quel periodo Billy Costacurta, difensore del Milan e della Nazionale, non perdeva occasione per insultare Mancini, trattandolo un po’ come un fessacchiotto. Un fessacchiotto che, comunque, ha vinto tanto, come allenatore, in Italia e all’estero. Daranno la colpa a lui dell’ultima disfatta degli azzurri contro la Macedonia del nord? Fatto sta che l’Italia non sarà ai mondiali in Qatar… Chiissà, magari è meglio così

Roberto Mancini alla Sampdoria insieme a Gianluca Vialli, suo grande amico

Testata Panorama
Data Pubbl. 21/11/1996
Numero 0046
Numero Pag. 0058
Sezione ATTUALITA’ ITALIA
Occhiello PSICODRAMMI DI SERIE A RITRATTO INEDITO DEL CAPITANO DELLA SAMPDORIA
Titolo COSI’ MANCIO MANCINI E’ RIMASTO A MANI VUOTE
Autore MARCO GREGORETTI con GIACOMO AMADORI
Testo E’ mezzanotte di un giovedì sera a Genova. L’ esclusivo ristorante Edilio, a due passi dallo stadio Luigi Ferraris, nel quartiere Marassi, è chiuso. Eppure da fuori s’ ode un vociare. Di più. Un grido: “E dammi ‘ sta briscola!”. E’ in pieno svolgimento il consueto incontro settimanale con partitella a carte del club Biancaneve e i sette nani. Un gruppo di amici tutto Sampdoria e scherzi. Il ristoratore, Edilio Buscaglia, è Biancaneve. Gli altri sono i sette nani: Gianluca Vialli-Pisolo; Moreno Mannini-Eolo; Paolo Borea (general manager della Sampdoria)-Dotto; Domenico Arnuzzo (ex calciatore)-Mammolo; Antonio Soncini (ex viceallenatore, ora al Parma)-Brontolo; Guido Montali (addetto all’ arbitro)-Gongolo. E poi c’ è lui, l’ eroe blucerchiato. Roberto Mancini, 32 anni, detto Cucciolo. In omaggio a quell’ aria fintamente spaesata che ha fuori del campo. Persa di botto quando si è trattato di piazzare il colpo calcistico-economico della sua vita: cambiare squadra malgrado la mezza rivoluzione che stava per scoppiare a Genova. All’ Inter di Massimo Moratti si dice che avrebbe guadagnato 9 miliardi in tre anni, quasi il doppio di quanto incassa adesso. E quei soldi, secondo voci che circolano negli ambienti finanziari genovesi, gli servirebbero moltissimo. E subito. Il motivo? Speculazioni sbagliate, società fondate e saltate per aria… Insomma, un groviglio economico che aggiunge suspense al giallo. “Chiacchiere” dice Mancini a Panorama “se ne dicono tante su di me…”. In ogni caso l’ ingaggio di Moratti per il momento è svanito. Mostrando di cedere ai tifosi, giovedì 7 novembre, il presidente della Samp Enrico Mantovani gli ha dato la ferale notizia: “Caro Roberto, resti qui”. E va beh! Cucciolo Mancini prima ha ringraziato i sostenitori che per farlo restare erano scesi in piazza, poi è diventato una iena e ha lanciato strali al curaro contro Mantovani, quasi fratello, amico e, poi, nemico. Insomma quella mancata partenza non gli è andata giù. “Ma come, Mancio” ripetono ancora i supporter “se te ne vai tu ci resta solo la Lanterna”. E giù a rimembrare la ricca aneddotica del Mancini primo tifoso della Samp. Del Mancini che si è fatto pitturare di blucerchiato la mountain bike con cui va agli allenamenti. Del Mancini che sulla spalla ha tatuato lo stemma della squadra. Ricordi che vanno da quando con Vialli, Cerezo e Pagliuca vinse, nel 1991, il primo e unico scudetto. A quando, dopo un suo gol al volo contro il Napoli di Maradona, i tifosi del San Paolo gli tributarono un’ ovazione. Si commuove Giovanni Ciccozzi, ultras di Sampierdarena, parlando del Mancio altruista: “Vialli rientrava dopo un lungo infortunio. Roberto scartò tutta la difesa del Pisa, compreso il portiere, e appoggiò la palla all’ amico per il gol. Un generoso per natura, anche quando litiga con gli arbitri”.

Roberto Mancini in Nazionale

E poi il Mancini buontempone che sfida Vialli con il motoscooter d’ acqua. O che gioca a pallone con i bambini nella piazzetta di Portofino. Ma guai a ricordare la cattiveria che lo ha colpito tempo fa quando amici maldicenti lo descrivevano furibondo per un presunto tradimento della moglie, per di più con un compagno di squadra. “Velenosate dei genoani” assicura il fedelissimo della Samp Luca Persano, studente di scienze politiche. “Roberto ha una moglie stupenda ed è in arrivo il terzo pargolo”. Una bimba, secondo l’ ecografia. La signora Mancini si chiama Federica Morelli, 28 anni, è napoletana e figlia di un imprenditore del settore pellami. Gliela presentò una decina di anni fa a Cortina Beppe Dossena, allora suo compagno di squadra. Ora hanno due bambini, Filippo di sei anni e Andrea di quattro. Vivono in una villa a Nervi, la Genova bene. Le telecamere controllano che non ci siano visite sgradite. Ma dalla strada si riesce a vedere benissimo il campo di calcetto che si è fatto costruire. L’ idolo blucerchiato fa poca vita notturna. Al massimo va da Edilio o al ristorante Piedigrotta del suo amico Carmine Vaccaro a mangiare mozzarella di bufala e gamberoni. “Sono un ragazzo come tanti” ripete. Ma è tra i pochi calciatori che si porta i figli agli allenamenti. E per loro fa follie. Dice Francesco Crocco, suo pasticciere di fiducia: “Per il compleanno di Filippo mi ha fatto preparare una grande nave di cioccolato”. Un Mancini tutto famiglia e campo allora? Non proprio. Vacanze d’ inverno a Courmayeur con l’ immancabile Gianluca Vialli, Riccardo Grande Stevens (figlio di Franzo, l’ avvocato dell’ Avvocato) e Beppe Costa, titolare di due boutique genovesi. D’ estate, invece, corre nella sua villa di Porto Cervo, dove ormeggia Philippeandrew, il motoscafo d’ altura Bahia ‘ 60. E poi i vestiti: una vera ossessione per il cachemire e per l’ eleganza sportiva, al punto di diventare lo stilista della squadra.
Roberto Mancini, appassionato di auto

Ma la grande passione manciniana è quella per le automobili. Dal suo garage sono passate Thema Ferrari, Bmw 850, Mercedes 600, fuoristrada Mercedes, Y10. Sino alle attuali Audi A8 4.200 e Punto Gti. Niente male per un ragazzo di Jesi che a 13 anni se ne andò da casa. Ma, non c’ è dubbio, la fortuna l’ ha aiutato: non è da tutti trovare a 17 anni un presidente-papà del calibro di Paolo Mantovani, lo scomparso presidente dello scudetto. E neanche una cerchia di amici così disponibili. Che lui, confermando la fama di generoso, ricambia a suon di regali: “Ogni Natale ce ne fa di molto belli: cinture di coccodrillo, guanti di cachemire” dice Edilio, alias Biancaneve. La sua socia Valeria Valetto, 52 anni, l’ anno scorso, sotto l’ albero, ha trovato due preziose caraffe di cristallo. “Scialacquatore” taglia corto un amico. Ed ecco l’ altra leggenda metropolitana: il bisogno di soldi. La miliardaria ristrutturazione della villa di Nervi, investimenti sbagliati, presunti amici e affari perdenti. C’ è addirittura chi parla di 4 miliardi investiti in una compagnia assicurativa di cui è socio. Fantasie? Fango di malelingue? Vediamo. Secondo le ricerche effettuate da Panorama, il capitano della Samp è socio accomandante della Ma.Ma. sas di Santoro Aldo & C, un’ agenzia di assicurazione e riassicurazione nella quale figura, oltre al calciatore, anche Guglielmo Marsili, detto Lino, ex giocatore di pallanuoto trasferito da Napoli a Genova.
L’ex presidente dell’Inter e grande sostenitore di Mancini, Massimo Moratti

Dopo tre anni e mezzo dalla fondazione, il 22 dicembre scorso la Ma.Ma. ha cessato l’ attività. “Ho investito nella Ma.Ma.” spiega Mancini a Panorama “solo per dare una mano a Lino, un amico”. Stessa fine della Ma.Ma., però, ha fatto un’ altra società: la Mancini Promotion, cessata il 18 novembre 1994 e specializzata in pubblicità, gestione dell’ immagine, ma anche nell’ acquisto, vendita e ristrutturazione di beni immobili. Nel dedalo delle imprese extracalcistiche in cui si è gettato Mancini, ci sono altre due sigle: la Top ten srl che si occupa di fitness, e la M&M trading, per la vendita di pellami, di cui è socio con la moglie e il cognato, Giampiero Morelli. Della Top ten è noto il bilancio del 1994, chiuso con un passivo di quasi 22 milioni. La M&M trading, invece, secondo il bilancio 1995 ha accumulato perdite per oltre 80 milioni. “Ma questi” si arrabbia Mancini “sono affari miei. Se volete scrivere che sono un fesso e mi fido troppo della gente, scrivetelo perché è vero. Ma non ho debiti: gioco in serie A da 15 anni e sono ricco. Molto ricco”. E sono veri i 9 miliardi promessi da Moratti? “Mai parlato di soldi con lui: c’ era una trattativa. Sospesa, in questo momento”. Poi, chissà. Perché una cosa è certa: Cucciolo non vuole restare a mani vuote.