DOPING – L’ ACCUSA DEL PROCURATORE: MA I MEDICI NON VEDEVANO?

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  • Testata            Panorama
  • Data Pubbl.     01/10/1998
  • Numero           0039
  • Numero Pag.   63
  • Sezione            ATTUALITA’
  • Occhiello         Intervista SPORT E DOPING L’ ACCUSA DEL PROCURATORE VINCENZO SCOLASTICO
  • Titolo  MA I MEDICI NON VEDEVANO?
  • Autore MARCO GREGORETTI
  • Testo

DOPING:

Un cocktail di cinque sostanze a base di steroidi e testosterone preso regolarmente quando svolgeva attività agonistica. Potrebbe essere tra le cause della prematura morte dell’ atleta americana Florence Joyner Griffith, scomparsa a 38 anni lunedì 21 settembre. La sua improvvisa esplosione alle olimpiadi del 1988 a Seul, dove stabilì in 10″ e 49 il record mondiale dei 100 metri e in 21″ e 34 quello dei 200, fece scalpore. Com’ è possibile, si chiesero in molti, che una ragazza ritiratasi dalle gare per i risultati poco brillanti, raggiungesse tali risultati? Il sospetto ha accompagnato a lungo la carriera di Flo, e la sua morte potrebbe esserne la tragica conferma. Proprio mentre, ha ricordato Robert Voy, l’ ex capo della commissione medica olimpica americana, nell’ appello rivolto al marito dell’ atleta scomparsa, “nello sport si vive un momento molto confuso”. In Italia indagano sul doping le procure di Torino, Venezia, Ferrara, Bologna e Roma. Gli indagati sono almeno 27 (12 a Bologna e 15 a Ferrara), e le polemiche si sono reinfiammate dopo che un difensore del Lecce, Cristiano Pavone, è risultato positivo al test di doping. Le indagini iniziarono nel 1996, durante il Giro d’ Italia, quando un sostituto procuratore di Arezzo, Vincenzo Scolastico, ordinò perquisizioni nelle auto al seguito della corsa. Poi i carabinieri dei Nas chiesero alla commissione antidoping del Coni alcuni permessi per infiltrarsi nell’ organizzazione del Giro: furono negati. Come se non bastasse, una fuga di notizie rese inutile la perquisizione di una nave che rientrava dalla Grecia (quell’ anno il Giro d’ Italia partiva dal Peloponneso) con le auto delle squadre. Scolastico sospese le indagini ma non si arrese. Nel 1997 ha ripreso il lavoro sul doping trasmettendo i vari fascicoli alle procure competenti, tra cui Ferrara e Roma. Panorama lo ha raggiunto e intervistato nel suo ufficio di Savona, dove oggi è procuratore capo. Si è occupato solo del ciclismo? Ho indagato anche su sci, atletica e pesistica. Che idea si è fatto? Che il doping è molto, troppo diffuso, sia tra i professionisti sia tra i dilettanti. Ed è un bene che se ne parli. Perché? Perché l’ atleta pensa al risultato, ma non si preoccupa di quali potranno essere le conseguenze future e irreparabili per il suo fisico e la sua salute. E’ una sua sensazione o ne è certo? Ho visto atleti ridotti male. Alcuni ragazzi hanno anche reso testimonianza diretta. Quali sono le sostanze proibite in cui si è imbattuto più frequentemente? Oltre alla pratica dell’ autoemotrasfusione, l’ Epo, i cortisonici, l’ ormone della crescita. La responsabilità è tutta dei singoli atleti? Dico che i medici e i dirigenti delle società sportive avrebbero potuto e potrebbero impedirlo. Come mai è così diffusa questa pratica? Perché c’ è la certezza dell’ impunità: penale e amministrativa. Credo che sia urgente intervenire. Ha qualche suggerimento? Basterebbero severe sanzioni amministrative per la società e l’ obbligo di non far gareggiare l’ atleta dopato. E controlli veri. Cioè svolti in che modo? Non a campione come ora, ma sistematici e diffusi, magari sui primi 30 classificati, magari all’ inizio della gara, a metà e alla fine. Questo non tocca a me dirlo, devono essere i biologi e i chimici a trovare il sistema. Ma un nuovo tipo di controlli va fatto in fretta.

 

BOX

UN RECORD DI INCHIESTE

6 inchieste aperte: Torino, Venezia, Ferrara, Bologna e due a Roma 1 inchiesta chiusa con un nulla di fatto: quella della procura antidoping del Coni 27 persone iscritte nel registro degli indagati: 12 a Bologna e 15 a Ferrara 7 sport su cui si indaga: atletica, ciclismo, automobilismo, calcio, sci, canottaggio, pesistica 1 querela: Juventus contro Zdenek Zeman 1 richiesta di dimissioni: Mario Pescante, presidente del Coni, a Giorgio Santilli, presidente della Federazione dei medici sportivi