Caso Maltesi/L’allucinante morte di Carol. “Mi scriveva che era già morta. Ho lo screenshot” racconta l’ex pornoattore e suo amico Franco Trentalance. “Possibile che nessuno abbia denunciato la sua scomparsa e localizzato il suo smartphone attivo nelle mani dell’assassino?”

Carol Maltesi, trovata morta il 20 marzo a Borno, in Valcamonica (Adnkronos)
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Il luogo del ritrovamento del corpo martoriato di Carol Maltesi

“Io le rispondevo, ma lei era già morta”. Franco Trentalance, 54 anni, bolognese, è un volto noto, anche perché è un famoso ex porno attore che ora si occupa di altro (scrive romanzi, fa il coach e produce vini, per esempio) ma che ha mantenuto un piede nel variegato mondo dell’hard. Ed è anche per questo che conosceva Carol Maltesi, trovata fatta a pezzi ella spazzatura a Borno, in Valcamonica, il 20 marzo di quest’anno, di cui era diventato amico. Trentalance conserva un documento (“Che per ora non voglio pubblicare”) che racconta bene che razza di terribile fine abbia fatto questa povera ragazza di 26 anni con un figlio piccolo di sei. Si tratta di una chat via whats app tra Trentalance e Carol, in cui i due conversano e si salutano. Poi l’ex porno attore le chiede “ Ci vediamo così facciamo una chiacchierata?” E lei risponde :”Non adesso, perché mi sono presa una pausa”. C’è un piccolo dettaglio: quando avveniva questo scambio di battute Carol era già morta.
Nella foto di Filo Balletti, tratta dal n° 3 di Nuova Cronaca, Franco Trentalance ex porno attore, quando scrisse il romanzo a fumetti Il guardiano del parco (Edizioni Pentagon)

Sì, avete capito bene. Era già morta. La notizia che Davide Fontana, 43 anni, il presunto assassino reo confesso avesse usato a lungo lo smartphone della sua vittima, era uscita in questi giorni, ma sentirselo raccontare così, da chi ne è direttamente testimone, fa un certo effetto. Inizialmente Trentalance aveva deciso di consegnarmi lo screenshot della conversazione. Poi ci ha ripensato. “In fin dei conti è un fatto privato. Mi dispiacerebbe che qualcuno pensasse che io voglia cavalcare questo dramma. Povera Carol!”. Comunque esiste uno screenshot che potrebbe entrare nel fascicolo di inchiesta della Procura della Repubblica di Brescia che sta indagando.
Trentalance ha un timore: ”Spero che la Procura faccia luce su tutti i punti oscuri e che lo faccia velocemente, perché non vorrei che il carnefice di Carol faccia in modo di appellarsi all’incapacità di intendere e volere. Che tenti la strada dell’infermità mentale per avere una pena ridotta…”. Vedremo che cosa succederà nel futuro dell’inchiesta su questa storia allucinante che, bisogna sempre ricordarlo, riguarda una giovane madre uccisa, fatta a pezzi, buttata nella spazzatura da un vicino di casa con cui aveva, forse, avuto una relazione che diceva di essere un bancario, un food blogger e un aspirante porno attore. Uccisa senza pietà, come avrebbe confessato lui stesso, a martellate mentre era legata e dimenticata da tutti per due mesi.
Davide Fontana, 43 anni, il presunto assassino reo confesso
Ecco, i punti oscuri di cui parla Trentalance forse riguardano proprio questa incredibile amnesia collettiva. Come si spiega il fatto che nessuno l’abbia cercata? “Neanche l’agenzia per la quale lavorava?” si chiede Trentalance “Carol era in ascesa nel lavoro. È possibile che nessuno nell’agenzia si fosse fatto delle domande?”. O magari, invece, se lo chiedevano. Ma che cosa avrebbero potuto fare? Trentalance si fa un’altra domanda: “Qualcuno ha fatto una denuncia per scomparsa?”. Il quesito è, da un punto di vista investigativo, rilevante per due motivi. Il primo: se per ipotesi nessuno ha denunciato la sua scomparsa, perché non lo ha fatto? Il secondo: se, al contrario, qualcuno si fosse recato in un commissariato di Polizia o in una stazione dei Carabinieri per segnalare che da troppo tempo Carol non dava notizia di se’, perché non è stato localizzato il suo cellulare che, generalmente, è uno dei primi accertamenti in questi casi? Come dimostra anche lo screen shot che Trentalace conserva gelosamente, lo smartphone di Carol era attivo e in funzione. Lo usava il presunto omicida di Carol. “Mi sembra strano tutto questo” conclude Trentalanae “Il legame tra Carol e suo figlio era fortissimo. L’ho constatato di persona. A Natale fui contattato da un locale per uno spettacolo. Non avrei potuto essere presente, allora le proposi di partecipare al mio posto: era un lavoro importante. Ma lei mi disse che no, non sarebbe andata perché voleva stare con il suo bambino”.
Marco Gregoretti
Un’altra immagine di Carol