I ragazzi della via Cagni. Picchiarsi e dormire all’addiaccio per il permesso di soggiorno. Succede a Milano, motore dell’Italia. In centinaia di notte fanno la coda per un pezzo di carta. È civile tutto ciò? No. L’articolo che ho scritto per Libero di mercoledì 22 febbraio 2023, con l’intervista all’assessore comunale al welfare e alla sanità

L'articolo, con l'intervista a Lamberto Bertolé, assessore al welfare e alla sanità del Comune di Milano, che ho scritto per Libero di mercoledì 22 febbraio 2023
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L’ala pratica della sinistra: “Serve altro personale”. Come dire: aumentiamo il numero di poliziotti in via Cagni per gestire la situazione sempre più critica, creata da chi bivacca nei pressi della caserma Annarumma, in attesa di ottenere i documenti per il soggiorno in Italia. Non lo propone Ricardo De Corato. Il suggerimento è di Lamberto Bertolé, assessore al welfare e alla salute della giunta Sala. Una prima urgente pezza da mettere prima che sia troppo tardi. Aspettando che anche il sindaco di Milano apra bene gli occhi, dopo il timido sguardo all’indomani dell’ennesima nottata di botte tra i ragazzi della via Cagni. “È una situazione vergognosa. Ne parlerò con il Prefetto”, ha detto, infatti, Giuseppe Sala. In effetti da fine ottobre questo è almeno il quinto articolo che Libero pubblica sull’ accampamento a cielo aperto in viale Suzzani. In un crescendo di tensioni, risse, urla, bambini che dormono con temperature sotto lo zero d’inverno e a più quaranta d’estate. È da quasi un anno che con le lettere ai giornali, gli appelli e i comunicati, il Sindacato autonomo della Polizia (Sap) segnala il degrado di un intero quartiere e le disumane vicissitudini di famiglie che aspettano un pezzo di carta. Ormai, da quando le pratiche vengono espletate il lunedì mattina, ogni domenica notte la polizia deve arrivare in tenuta antisommossa per far fronte a una guerra tra poveri che diventa sempre più violenta. Lunedì 20 è stato il terzo inizio settimana di febbraio con il solito triste canovaccio. Questa volta con feriti: cinque uomini e una donna hanno avuto bisogno delle cure dei sanitari, in ospedale. Il 13 febbraio 400 egiziani avevano cercato di “scavallare” la coda con la forza, annichilendo altre 400 persone che aspettavano il proprio turno. Il 23 gennaio, al termine di ore buie passate all’addiaccio, esasperati, i richiedenti asilo avevano prima “rissato” tra loro e poi si erano scagliati contro i poliziotti. A fine ottobre, invece, come antipasto, c’era stata la tragicomica presa di posizione del senatore piddino Franco Mirabelli che, a governo praticamente appena insediato, aveva presentato un’interrogazione al Ministro degli interni, non tanto sulla condizione disumana toccante vissuta da donne, uomini e bambini, ma sullo “schifo” (secondo lui) che i cittadini del quartiere dovevano subire a causa di quel dormitorio plein air. Ma né in questa occasione, né in quelle successive Sala aveva profferito significative prese di posizione. Dando l’impressione che, rispetto agli accadimenti a ripetizione di via Cagni, si girasse dall’altra parte. Che sottovalutasse un problema che non fa certo onore al “motore dell’Italia”. In attesa, forse, di poter dare, in qualche modo, la colpa al governo di centrodestra.
Non è d’accordo l’assessore comunale Lamberto Bertolé. Che non si tira indietro e rilascia una breve intervista a Libero.
Domanda. Assessore, in via Cagni è un disastro: botte, condizioni disumane, sovraccarico di lavoro per la Polizia… Al netto del rimpallo di responsabilità (è colpa della Prefettura, no, del Comune, macché, del Governo e della Questura), come stanno le cose?
Risposta. Bisogna andare a monte. Alle cause. Che sono fondamentalmente due. La prima, generale, è la legge Bossi-Fini: ipocrita. Che con i suoi parametri finisce con il creare la sovrabbondanza di ingressi e, quindi, di richieste di documenti. Va riformata.
D. E la seconda?
R Attiene alla gestione concreta e immediata. Servono nuove risorse.
D. In he senso?
R. Occorrono più poliziotti e più mediatori. La coda notturna si crea proprio perché ci sono pochi agenti addetti alla compilazione dei documenti. Al massimo riescono a portare a termine 30 pratiche al giorno. Urge raddoppiarle. Capisce che se le richieste sono centinaia…Serve implementare il personale della Questura.
D. Sì, però vedere le persone aspettare in quelle condizioni, a centinaia… A dormire all’aperto. Non si possono sistemare in maniera più dignitosa?
R Guardi, che molti di loro hanno dove stare. Sono costretti a passare la domenica notte in quel modo perché i documenti si possono fare solo il lunedì mattina e non vogliono perdere la chance. Alle prime ore del giorno la Protezione civile del Comune passa a dare generi di conforto
D. Insomma, la Giunta Sala, nessuna responsabilità? Tutto perfetto?
R Posso dirle che abbiamo avviato una sinergia con la Questura, e con il terzo settore. Dobbiamo allinearci tutti. E noi siamo assolutamente disponibili a collaborare con la Prefettura. Che ha in mano il pallino della questione
Marco Gregoretti