Mentre ci si arrovella sulla parità di genere, un’altra giovane donna è stata violentata per ore a Milano, in centro. Nel silenzio totale del politicamente corretto. Ecco il testo dell’articolo che ho scritto per Libero di mercoledì 5 aprile 2023 sul dramma vissuto, nella notte tra venerdì 31 marzo e sabato primo aprile, da una ragazza di 24 anni

Stupro in piazza Einaudi, a Milano. L'articolo di Libero di mercoledì 5 Aprile 2023
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Benvenuti a Milano, la metropoli meno sicura d’Europa. Soprattutto se appartieni al “genere” femminile. Il tranquillo pre-weekend di paura vissuto da una giovane donna di 24 anni, la notte tra venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile, nel cuore modaiolo di corso Como, è da brividi. Al netto del plauso alla Polizia che ha acchiappato lo stupratore e lo ha accompagnato in carcere a San Vittore, ci metterà un bel po’ a dimenticare e a ritrovare fiducia nella città in cui vive. Quando ha realizzato di aver perso di vista l’amico con cui stava trascorrendo la serata in un locale della movida, è uscita in strada, probabilmente per cercarlo. Appena fuori, già in ansia per essere rimasta da sola, si è accorta di aver perso sia lo smartphone che le chiavi di casa. Ma che fortuna, a quel punto, incontrare un’anima gentile! “Signorina, la aiuto io, mi segua”. Agitata e stordita, si è fidata e ha percorso con il sedicente salvatore circa un chilometro, fino a piazza Einaudi. Ma che ci faceva per terra quel giaciglio verso il quale si stava dirigendo il gentiluomo, un cittadino marocchino di 37 anni, regolare in Italia? Forse la donna non ha fatto neanche in tempo a rispondersi: ci si è trovata sbattuta sopra. Per capire quanto tempo sia andato avanti lo stupro occorrerà aspettare l’esito di tutti gli accertamenti. Sicuramente la poveretta è rimasta in balia del violentatore per diverse ore. Soltanto nella mattinata di sabato sarebbe, infatti, riuscita ad allontanarsi e a dirigersi verso casa, accompagnata, a quanto risulterebbe dal suo racconto, dallo stesso carnefice. Lei avrebbe accettato il “passaggio” probabilmente immobilizzata dal terrore che le facesse ancora del male. “Ti ammazzo!” le avrebbe urlato più volte. La coinquilina, con cui divide l’appartamento, non ha perso tempo. L’ha fatta parlare e l’ha accompagnata alla clinica Mangiagalli, dove opera una delle equipe d’eccellenza specializzata nell’appurare e nel curare i casi di violenza sessuale. I sanitari l’hanno dimessa con 20 giorni di prognosi. A quel punto è scattata la segnalazione alla Polizia. E sono partite le indagini.
Il tema sicurezza si fa sempre più stringente, nonostante il sindaco, Beppe Sala, sembri non aver compreso la portata dell’esplosività della situazione in strada, dove siamo costretti a camminare guardandoci le spalle da aggressioni, da furti, da scippi, da rapine, da stupri…”Non c’è libertà senza sicurezza” dice a Libero Tiziana Chiusa, Presidente della Lidu (Lega per i diritti umani) della Lombardia: “Come donna, come madre e come persona” prosegue “Sostengo il diritto alla libertà e mi aspetto che in un Paese civile gli individui possano muoversi in qualsiasi momento della giornata senza correre il rischio di subire violenze. Spero anche che la amministrazione comunale di Milano cominci a garantire la sicurezza dei cittadini soprattutto di fronte al dilagare incontrollato dell’immigrazione”.
Per ora le uniche risposte concrete arrivano dalle Forze di Polizia che hanno assicurato lo stupratore alla giustizia. Gli uomini della Squadra mobile sono andati ad arrestarlo poco distante dal luogo della violenza. Il suo nome, peraltro, era noto alla banca dati della Questura: aveva già subito un arresto per aver, insieme ad altri, rapinato e molestato sessualmente, in auto, una donna, vicino a Brescia. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Letizia Mennella, sono andate rapidamente a segno per la collaborazione, meticolosa e precisa, della vittima, che avrebbe anche precisato, senza omissioni, di aver assunto alcol e droga. Ancora più odiosa l’azione criminale, dunque: è stata perpetrata approfittando dello stato di debolezza e di smarrimento della vittima. Alle dichiarazioni della ragazza si è aggiunto il lavoro di analisi sui video e sui filmati delle telecamere di sorveglianza della zona. Il pubblico ministero Francesca Gentilini ha chiesto al gip Sara Cipolla la convalida dell’arresto del cittadino marocchino. Ora c’è un problema, che non sfugge a inquirenti e investigatori, le esigenze cautelari sono assolutamente necessarie: il rischio di reiterazione del reato di violenza carnale è molto alto. I precedenti dell’uomo arrestato suonano come un avvertimento da leggere con molta attenzione. Niente buonismo ipocrita, please. Anche se lo stupratore era senza fissa dimora e anche se dormiva su un giaciglio all’aperto. Questa è Milano e merita rispetto.
Marco Gregoretti