Prima puntata. La carta stampata
1- Il big, quello che tira le fila, il referente italiano della lobby americana Friends of Amanda è un instancabile combattente contro il Pubblico ministero del processo perugino per l’omicidio di Meredith. Lo è da quando è stato tirato in mezzo per la terrificante storia di sangue e potere denominata Mostro di Firenze. Peraltro ora si trova nuovamente inguaiato per fatti giudiziari collegati a quella stagione di duplici omicidi
2- Tra i suoi principali megafoni c’è un inviato popolare che non ci vuole manco sentire: “Amanda è innocente e basta. E Raffaele pure”. Qualcuno nei corridoi del palazzo di giustizia di Perugia azzarda pure una motivazione politica: il pubblico ministero è uomo di sinistra, ma moderato, “storico”; l’inviato in questione è nel gruppone della più celebre e “chiusa” organizzazione della sinistra extraparlamentare. Il fatto è che se per una vita ti occupi di fashion amenità e poi, vicino alla terza età, scopri il brivido della cronaca i tuoi ormoni impazziscono come quelli di un adolescente
3- Non male anche un altro vetero inviato dal basso. Questo di cronaca si è spesso occupato, per alcuni decenni. Prendendosi un sacco di “buchi”. Anche perché più che alle notizie sembra essere interessato alle belle donne protagoniste delle notizie. E da qui anche qualche guaio emotivo derivante da relazioni pericolose che gli impediscono di godersi la pensione e la vecchiaia
4- E che dire del prototipo dell’innocentista sopra le righe che crede di essere Charles Bukowsky? Se gli chiedete “Scusi signor giornalista investigativo, ma sulla base di che cosa sostiene con tanta forza che Amanda e Raffaele siano innocenti?”, la risposta, lapidaria, è :”Me lo hanno detto gli avvocati difensori”. Beh, abbiamo scoperto che c’è l’altra faccia della medaglia. Da un lato ci sono quelli che spacciano per verità assolute le conclusioni dei pubblici ministeri, dall’altra c’è chi parla solo con la difesa.
5- Tutto cio’ sarebbe impossibile o quasi senza l’incondizionato appoggio di qualche direttore. Particolarmente sensibile alle unilaterali argomentazioni dei collegi difensivi è il capo wiskologo (mai separato dalla sua fedelissima compagna a base di puro malto). Lui ne fa una altissima questione di etica della carriera. Come faccio a essere antiberlusconiano, come posso riuscire a fingere la purezza e la durezza che tanto piace all’establishment radical chic dell’editoria, senza rinunciare agli appoggi del Berlusca (non si sa mai….)? Beh, sui casi di cronaca più clamorosi, sto contro l’accusa, contro il partito dei pm. E poi ottengo un altro risultato: mi smarco, mi faccio notare di più. Il malto è cinico come chi lo consuma. Con buona pace di chi è stato ucciso