Meritiamo l’estinzione. “Per 15 anni vittima degli abusi sessuali e dei rituali satanici dei genitori affidatari”. La Procura della Repubblica di Milano chiude le indagini sulle nefandezze subite da una giovane donna in casa sua. L’articolo che ho scritto per Libero di Sabato 10 giugno 2023

Vittima di abusi per 15 anni. L' articolo su Libero di Sabato 10 giugno 2023
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Che orrore. Oggi ha 41 anni, ma il “vissuto” di questa donna è uno di quelli che, se il processo la confermerà oltre ogni ragionevole dubbio, ti fa dire: “Il genere umano merita l’estinzione”. Secondo la conclusione delle indagini della procura della Repubblica, di Milano, che ipotizza il reato di riduzione in schiavitù per i due genitori affidatari, sarebbe stata costretta per 15 anni, dal 2000, appena maggiorenne, al 2015, a subire “volenze sessuali, anche di gruppo”. Non solo: gli abusi impietosi da parte di chi avrebbe dovuto accudirla, curarla e proteggerla nella casa dove vivevano insieme, sarebbero avvenuti a volte in “un contesto di riti satanici e messe nere”. E, alla fine, la agghiacciante ciliegina sulla torta: nel 2002, la giovane donna, nello scenario putrido delle violenze psicologiche sessuali e sataniche che, si presume, subiva dal genitore affidatario, accusato anche di violenza sessuale di gruppo, rimase incinta. E nacque un figlio. Circostanza che apre ipotesi terrificanti che portano dritto al cancro delle sette sataniche, purtroppo particolarmente attive in Lombardia, come la storia della cronaca nera ci insegna. Le indagini, condotte dal pubblico ministero della Dda, Stefano Ammendola, hanno convinto la Procura che i due affidatari “avrebbero esercitato sulla donna poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà”. Si ipotizza che fu “segregata in una intercapedine e che fu nascosta all’interno della botola”. Non sarà un processo facile, anche se può contare, comunque, sulle diverse denunce presentate dalla vittima assistita dal legale Massimo Rossi. I genitori negano qualsiasi addebito. E il tribunale del riesame aveva revocato alcuni provvedimenti restrittivi, come l’obbligo di dimora e il braccialetto elettronico.
“Una storia di violenza e di abusi che, se verrà comprovata in sede processuale “dice a Libero l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, Presidente dell’Osservatorio nazionale per il sostegno delle vittime “dovrà portare a una seria riflessione sulle modalità con cui vengono scelte le famiglie affidatarie e, soprattutto, sui controlli preventivi, prima, durante e dopo. Perché sembra impossibile che queste violenze siano state perpetrate ininterrottamente per quindici anni e che abbiano addirittura prodotto la nascita di un figlio, senza che nessun ente preposto si sia accorto di ciò che stava succedendo”.
L’escalation infernale, tanto per rimanere in tema, avrebbe alzato il tiro nel 2005, quando i due genitori affidatari e una loro presunta congrega di perversi criminali, avrebbero costretto la donna a partecipare, volente o nolente, alle messe nere. Rituali satanici ai quali, si legge negli atti dell’inchiesta, avrebbero partecipato “diversi uomini non identificabili”, anche perché indossavano tuniche bianche e cappucci. Uno di questi episodi, avrebbe raccontato la vittima, si sarebbe svolto in uno studio di registrazione insonorizzato, dove era visibile “un Crocifisso capovolto”. Non è finita qui. La perversione conteneva anche spunti di violenza fisica tipica del satanismo: sul corpo della donna sarebbero state inferte, con un coltello, delle ferite dolorose che rappresentavano incisioni sulle gambe e sulla schiena.
Evidentemente questo gruppo, questa setta, riponeva in lei attenzioni particolari per le finalità rituali, visto che la andarono a prendere dove aveva cercato di trovare rifugio. Successe nel 2006 quando riuscì a eludere i controlli e si trasferì in un’altra regione. La presunta fuga però, durò poco. E ben presto sarebbero ricominciate le sevizie. Gli affidatari insistono: “si è inventata tutto!”. Mah… Conclude preoccupata Aldrovandi: “Servono probabilmente più risorse e più formazione per eliminare la possibilità di altri episodi così gravi, che inficiano, forse per sempre, lo stato psicofisico della vittima”.
Marco Gregoretti