Altro che sparito dalla circolazione. Per la prima volta, in quattro anni, Francesco Belsito, l’amministratore dei conti della Lega nord tra il 2010 e il 2012, rinviato a giudizio nel 2015 insieme ai tre membri del comitato di controllo del suo partito per la vicenda dei rimborsi elettorali, nonché sottosegretario al Ministero della semplificazione normativa con il governo Berlusconi tra il 2010 e il 2011, ha preso carta e penna. E ha scritto un breve ma esplicito comunicato stampa. Francesco Belsito se la prende con il Secolo XIX perché, dopo essere stato accusato di evasione fiscale dal Tribunale di Genova, il 16 settembre scorso aveva scritto che l’ex gestore economico e finanziario del partito di Umberto Bossi, era sparito dalla città ligure, dove é titolare di quote del famoso caffè storico Balilla, messe sotto sequestro dalla Guardia di Finanza.. Non solo, secondo il quotidiano genovese, Belsito era stato abbandonato anche dai suoi avvocati difensori. “Dopo le notizie apparse sulla macchina del fango” spiega invece il comunicato stampa “mi sono ritirato in quieto posto per scrivere…”. Scrivere? Che cosa? Memorie difensive? Appunti sul passato leghista? Chissà. Certo è che qualcuno sta cominciando a preoccuparsi. Anche perché: “in quanto al collegio di difesa” continua il testo del comunicato di Belsito “preciso che invece ho revocato io stesso le nomine precedenti, affidando la mia difesa agli avvocati Alberto Ramin, del Foro di Torino, Luigi Fratini, del Foro di Roma, Michelangelo Abbate Trovato del Foro di Napoli, coadiuvati da altri legali del Foro di Genova e di Milano. Quindi presto terrò una serie di conferenze stampa”.
A quanto mi risulta i tre avvocati, Ramin, Fratini e Abbate Trovato, sono legati al Msi-Destra Nazionale, di cui Belsito è vicepresidente e tesoriere dal dicembre 2015, giorno in cui firmò tutta la necessaria documentazioni nello studio di un notaio di Roma.
D’altronde lo stesso ex uomo delle economie leghiste ha inviato il comunicato stampa su carta intestata del partito firmandolo come Vice presidente.
Dunque Francesco Belsito è tutt’altro che solo soletto: può contare sul ricostituito Msi-Destra nazionale, i cui manovratori, come già scritto in passato, e mai smentito, da questo blog, appartengono ad apparati di intelligence non solo italiani, intenzionati a creare un piccolo ma aggressivo movimento politico impegnato sui temi del terrorismo e dell’immigrazione. Un progetto che assai probabilmente si troverà tra le mani una quantità di danaro impressionante. Francesco Belsito e i suoi sodali, infatti, hanno vinto la causa per la proprietà di logo e di simbolo del partito fondato da Giorgio Almirante. Non solo: Belsito è il nuovo proprietario dei logo e simbolo, come stabilito da una atto notarile di fine dicembre 2015.
Il che significa che il patrimonio economico, tra soldi e, soprattutto, proprietà immobiliari, stimato in alcune centinaia di milioni di euro, 500 secondo alcune fonti, 800 a sentire altri addetti, potrebbe rapidamente passare dalle mani del tesoriere dell’ex An a quelle di Belsito.
Che intanto, come ha annunciato nel comunicato stampa, si sta preparando a tenere una serie di conferenze stampa. Saranno dedicate ai dettagli importanti della vicenda genovese? Oppure ci saranno anche altre chicche?
Marco Gregoretti