SESSO. LA PROSTITUTA CHE CONTAGIAVA CON L’ AIDS

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  • Testata            Panorama
  • Data Pubbl.     26/02/1998
  • Numero           0008
  • Numero Pag.   148
  • Sezione            SOCIETA’
  • Occhiello         SESSO CHE COSA RIVELA IL CASO DELLA PROSTITUTA CHE CONTAGIAVA CON L’ AIDS
  • Titolo  LA DOPPIA VITA DEGLI ITALIANI (E DELLE ITALIANE)
  • Autore MARCO GREGORETTI
  • Testo

AIDS:

“Quelli che la notte non si può girare più / quelli che vanno a mignotte / mentre i figli guardan la tv” (Dal brano rap Quelli che benpensano di Frankie Energy). La questura di Ravenna ha dovuto attivare una linea telefonica d’ emergenza. Ma domenica 15 febbraio i centralini si sono intasati lo stesso. Migliaia di persone, uomini e donne, chiamavano terrorizzati dallo spettro del contagio. Avevano visto su tutti i giornali la foto di Giuseppina “Pina” Barbieri, 49 anni, prostituta. E’ ricoverata in ospedale, sieropositiva, c’ era scritto. “E’ un’ untrice, nessuna pietà” hanno minacciato, due giorni dopo, al telefono della Lega anti Hiv. Pina, che nel frattempo è diventata Lady Aids, stando alle indagini dei poliziotti di Ravenna, non si limitava a praticare il più antico mestiere del mondo. Insieme al compagno, Fernando Pognani, in carcere da un mese per sfruttamento e induzione alla prostituzione, era dedita allo scambismo. Partecipava alle orge in cui più coppie si ammucchiavano mentre Pognani filmava. Secondo una delle ipotesi investigative, gli altri “partecipanti” ignoravano la vera professione di Pina e i soldi servivano solo per pagare i filmini degli incontri. E’ una storia che ne racconta almeno altre tre: i clienti di una sola prostituta erano migliaia, con lei andavano anche le donne, lo scambismo è prassi sempre più estesa. E’ la doppia vita degli italiani. E, ora, anche delle italiane. Sì, perché se tanta gente ha telefonato al centralino di Ravenna, quanti sono gli italiani che vanno a prostitute, quanti mariti, padri, fidanzati? E quante le mogli, mamme e fidanzate? E quante le coppie che frequentano i privé, le aree di parcheggio, e simili? Insomma, cosa si nasconde dietro l’ irreprensibile capoufficio, o la distinta vicina di casa? Un calcolo empirico dell’ Asper, l’ Istituto di ricerca che pubblica ogni anno una relazione sulla sessualità degli italiani, parla di almeno 9 milioni di italiani che hanno avuto rapporti a pagamento. Circa 600 mila sarebbero donne che si sono incontrate con ragazzi o con ragazze. Trentamila miliardi annui sarebbe il fatturato in Italia prodotto dalla prostituzione. L’ associazione Parsec di Roma parla di circa 25 mila prostitute straniere (albanesi, polacche, russe, bulgare, greche, austriache, slave, russe, brasiliane, uruguaiane, argentine, nigeriane), 5 mila italiane e 20 mila saltuarie. Ma c’ è chi si spinge a quantificare in 300 mila il numero di lucciole che affollano viali, stradine e piccoli appartamenti. Il 20 settembre 1958, quando entrò in vigore la legge Merlin, ce n’ erano 2.705 suddivise in 567 case chiuse. La Federsex, una sorta di pornosindacato, ha censito in Italia 200 locali dove avviene lo scambio di coppie (molti sono associati all’ Arci e all’ Endas) e dichiara che almeno 150 mila sono gli scambisti (metà uomini e metà donne) abituali. Praticamente impossibile elencare i veicoli di comunicazione tra scambisti: riviste di annunci per incontri “canonici”, riviste per soli sadomaso, per praticanti del genere bizarre, per gli animal. E ancora: siti Internet, videomessaggi in cassetta, toilette degli autogrill, messaggi nelle pagine di annunci a pagamento dei quotidiani e perfino la carta moneta usata come tam tam. “Mi viene in mente la massima di Don Giovanni: già che spendo dei denari, mi voglio divertir” dice Roberta Tatafiore, femminista storica e autrice di Sesso al lavoro (Il Saggiatore). Che sulla doppia vita degli italiani e delle italiane ha un’ idea molto laica: “Tutto ciò che riguarda il sesso non sarebbe divertente se non fosse doppia vita”. C’ è pieno accordo tra l’ ex direttore di Noi donne e uno dei maggiori esponenti dell’ ideologia del “puttan tour”. Naturalmente, essendo oggi irreprensibile manager, è proibito nominarne le generalità. “Se dicessi chi sono, che doppia vita sarebbe?”. Già. Ecco, comunque, il suo pensiero, anzi la sua variegata esperienza: “Gli uomini che non sono mai andati a prostitute sono veramente pochi. Provate a fare questa domanda a un maschio normale: se tu avessi i soldi e vedessi per la strada una bellissima ed eccitante ragazza, cosa faresti? Su dieci colleghi a cui l’ ho chiesto, otto mi hanno risposto: già fatto. E vi assicuro che i discorsi sulle frustrazioni, le mogli o le fidanzate che non ci stanno, la perversione, sono balle. Il punto è divertirsi di nascosto: siamo tutti predisposti alla doppia vita”. Lo erano puttanieri storici come lo scrittore Dino Buzzati, che dalle prostitute traeva persino ispirazione. Lo è stato a modo suo il giornalista Giorgio Bocca, che ha raccontato più volte i suoi incontri meretrici avvenuti per sfogare la rabbia delle angherie subite dai colleghi quando, a Torino, era un giovane cronista. Ne ha fatto quasi una filosofia di vita (anzi, di doppia vita) lo stilista Elio Fiorucci: amico di pornostar, prostitute e transessuali. Lo sono gli incolonnati nei viali del sesso. Doppiovitaioli anche i cosiddetti “altobordisti”. Alcuni dispongono di quegli esosi cataloghi dove compaiono le ragazze “saltuarie” immortalate durante la loro attività ufficiale: la studentessa che studia, la modella che sfila, l’ aspirante attrice che recita. Un fruitore, interrogato in Veneto dopo un’ operazione di polizia per “sgominare” un’ organizzazione di finte hostess, disse: “Sono stati i 5 milioni meglio spesi nella mia vita”. Altri, invece, la sera partono in due o tre, vanno a Lugano e spendono fino a 1 milione. Naturalmente è successo che una moglie controllasse l’ estratto conto della carta di credito e chiedesse al marito: “Ma davvero c’ è una società che si chiama Lilì la rouge?”. Ora l’ ampia casistica che descrive uomini di ogni età e ceto che si diverte così e di nascosto si allarga. Alle donne. Con gigolò di lusso o da strada, con ragazze e donne per sperimentazioni saffiche. Soprattutto come vestali della doppia vita a due. Dello scambismo. In complicità con il partner. Racconta Leila, trans romano, 30 anni: “Spesso arrivano delle coppie. La richiesta è che io sia anche attivo”. I templi dell’ orgia organizzata sono i circa 200 privé sparsi per l’ Italia. La maggiore concentrazione è a Milano e hinterland, dove se ne contano un’ ottantina. Seguono Torino, la Riviera ligure e l’ Emilia Romagna. Assomigliano a night club come tanti, ma tra spettacolini hard e, a volte, video porno, sui divanetti… Era considerato un fenomeno ingigantito dalle inchieste giornalistiche, invece ora ci si accorge che qualsiasi sera della settimana, con picchi il giovedì, il venerdì e il sabato, dalle dieci in poi, si popolano di varia umanità: giovani e meno giovani, professionisti e molti commercianti. Un risvolto della doppia vita difficile da spiegare con la semplice voglia di divertimento o con la scontata equazione: trasgressione uguale cura per la crisi di coppia. La realtà dello scambismo è stata indagata a fondo da Costantino Cipolla, sociologo del sesso all’ università di Bologna e autore di Sul letto di Procuste. Introduzione alla sociologia della sessualità (Franco Angeli editore). “La nostra cultura sessuale si basa su una storia repressiva: le vocazioni individuali sono così considerate devianti” premette Cipolla. “Per esempio il sesso fuori dal matrimonio è disapprovato socialmente. Ciò si scontra con due diverse spinte: l’ intimità come luogo di ogni doppia vita e la donna che è diventata soggetto attivo e consapevole di questa intimità. Così a puttane si va in due e sempre in due si va nei privé. E si ribalta la teoria del delitto d’ onore: la mia donna è migliore perché è la più facile di tutte”. La vicenda, a suo modo paradigmatica, di Pina Barbieri e Fernando Pognani, però mostra anche la facciata drammatica della doppia vita di italiani e italiane. A cominciare dalla nevrotica paura del contagio, a pochi giorni dai tranquillizzanti dati dell’ Oms che parla di un calo del 30 per cento di casi di aids in Italia. L’ immunologo Fernando Aiuti getta acqua sul fuoco e cerca di tranquillizzare sugli effettivi rischi di aver contratto l’ hiv da Pina. Anche sul reale numero di prostitute sieropositive ci sono poche certezze. “La nevrosi è possibile perché è lacunoso l’ intervento pubblico” critica Angelo Cangelosi, responsabile dell’ associazione sieropositivi di Firenze, “sia per quel che riguarda l’ informazione che per la cosiddetta prevenzione secondaria: dare alle prostitute sieropositive la possibilità di cambiare vita. A Casa verde, che è la nostra piccola comunità alloggio, ci sono quattro casi di sieropositivi che vogliono ricominciare a vivere. Uno è quello di una giovane prostituta. Chiedo: come mai non riusciamo ancora a ottenere un contributo pubblico?”. Drammatiche le polemiche anche sull’ altro punto critico della doppia vita sessuale: le rabbiose istanze, nuovamente montanti, di ordine pubblico. Ma sembra un po’ come la storia dell’ uovo e della gallina. E’ colpa dell’ offerta, cioè dei 200 localini e delle 50 mila prostitute? O della domanda, vale a dire dei 9 milioni tra uomini e donne che ci vanno e dei 150 mila scambisti? Don Leonardo Zega, direttore di Famiglia cristiana, d’ accordo con don Oreste Benzi, il prete di Rimini che ha invitato nella sua comunità proprio Pina Barbieri, ha scritto: “Nessun dubbio: il cliente è la fontana che butta i soldi. A suon di quattrini alimenta un ripugnante mercato, ma in altre ore compare altrove in veste di cittadino con i suoi diritti da reclamare, sventolando la sua sovranità, dignità, libertà e avanti così”. Replica minacciosa delle ronde che in questi giorni annunciano proteste clamorose a Roma: “Presidiamo i privé e cacciamo le prostitute”. Una discussione che risulta fastidiosa ai più giovani. Il rapper del momento, Frankie Energy, 28 anni, umbro, laureato in filosofia, ha dedicato una canzone del suo cd, La morte dei miracoli, 90 mila copie vendute, alla doppia morale degli italiani che vanno a caccia di lucciole. “L’ ispirazione l’ ho avuta dalla tv” racconta a Panorama. “C’ era un programma che faceva vedere la protesta di un comitato di quartiere di Roma contro le prostitute. Peccato che alcuni di loro sono stati sorpresi, giorni dopo, con le prostitute di un quartiere vicino. Credo che ognuno sia libero di fare sesso e spendere soldi come vuole. Ma odio chi fa il finto moralista”. E allora viene un dubbio: visto quanti sono quelli che hanno la doppia vita, non è che oramai la vera trasgressione sia condurne una sola?

 

BOX

SALTUARIE E STRANIERE

PROSTITUTE IN ITALIA 50 mila (di cui 20 mila saltuarie). ITALIANE 5 mila STRANIERE 25 mila CLIENTI 9 milioni (di cui 605 mila donne). Il 43% chiede rapporti non protetti. SCAMBISTI ABITUALI 150 mila LOCALI PER SCAMBIO DI COPPIE 200 Fonti: Persec, Asper, Comitato per i diritti civili delle prostitute, Lila, Federsex. DENTRO I LOCALI DEL LIBERO SCAMBIO Tempi duri per Villa Gioconda di Grottaferrata, a Roma, dopo il panico da contagio collettivo scatenato dalla prostituta di Ravenna. Uno dei più ambiti locali per lo scambio di coppie (le foto qui sotto sono state realizzate in esclusiva per “Panorama”, con partner autentici al suo interno) è nel mirino delle ronde antisesso. I frequentatori e le frequentatrici, generalmente individui tra i 30 e i 50 anni agghindati di tutto punto con lingerie nera lei e calzino bianco lui, vengono avvicinati dai rondisti all’ ingresso: “Non entrate all’ inferno!”. Ma Jessica Rizzo, pornostar e scambista ante litteram con suo marito Marco Toto, reginetta di Villa Gioconda, non se ne preoccupa più di tanto. La clientela è di quelle buone, garantita da una totale discrezione e da un’ assoluta tranquillità. D’ altronde il localino di Grottaferrata, oltre a poter contare su club gemellati come il Meeting di Brugherio, vicino a Milano, è soltanto uno dei duecento privé d’ Italia. E i 150 mila che li frequentano sono sicuri che sarà molto difficile per le ronde moralizzatrici controllarli tutti.