ESCLUSIVO! Delitto di via Poma. “Noi sappiamo chi ha ucciso Simonetta”. Dossier, commissioni d’inchiesta, memoriali e perizie inedite.

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Simonetta Cesaroni
Alcune notizie giornalistiche l’altro ieri, sabato 19 marzo 2022, hanno riproposto con prepotenza una delle storie di cronaca che più hanno appassionato i lettori e gli investigatori: l’omicidio della ventenne Simonetta Cesaroni, uccisa alle 18 del sette agosto 1990 all’interno dell’ufficio dove stava lavorando, in via Poma 2/4, a Roma, sede dell’AIAG. Dopo quasi 32 anni ancora non si conosce il nome dell’assassino. La famiglia non ha mai mollato la presa e ha continuato a cercare la verità. Al punto che ha chiesto, tramite un parlamentare, perfino di istituire una commissione parlamentare di inchiesta (a breve si conoscerà l’esito della richiesta). Sui giornali e nelle televisioni il 19 marzo è comparsa la notizia che il Tribunale di Roma avrebbe aperto nuovi fascicoli di indagini. Per ora da piazzale Clodio sarebbe arrivata una secca smentita. Certo è che qualche cosa, comunque, si stia muovendo visto che anche l’amministrazione comunale di Roma avrebbe deliberato di dedicare una via della città alla povera Simonetta.
Qui trovate, piena di OMISSIS per ovvie ragioni, una breve sintesi di un dossier in mio possesso realizzato da alcune importanti fonti. In sostanza viene tracciato l’identikit dell’ipotetico assassino indicandone anche l’eventuale movente. Si fa pure cenno e alle perizie inedite sul computer della vittime che raccontano ancora un’altra storia, facendo immaginare altre piste investigative. Infine, digitando nei pdf che troverete, ripropongo due memoriali: quello di Paola Cesaroni, sorella di Simonetta, e quello di Pietro “Pietrino” Vanacore, il custode del palazzo di via Poma 2/4, morto suicida a Taranto il 19 marzo 2010
Marco Gregoretti

Paola_Cesaroni__memoriale_
Vanacore memoriale

Richiesta della Commissione parlamentare di inchiesta

DOSSIER.
Ipotesi sull’omicidio di Simonetta Cesaroni (sintesi)
Nella primavera del 2019 è stato possibile, dopo un accurato esame sia delle fotografie scattate sulla scena del delitto che della relazione autoptica, rispondere a due domande fondamentali per la comprensione di cosa sia avvenuto nella sede dell’AIAG, in via Poma 2 a Roma, il pomeriggio del 7 agosto 1990. Posto che la perizia eseguita sul computer in uso all’AIAG dal dr. Dario Ballabio, ha stabilito senza ombra di dubbio che Simonetta Cesaroni è morta intorno alle ore 18 dopo avere effettivamente lavorato alla contabilità e che è estremamente improbabile che sia avvenuta una messa in scena di qualsiasi tipo, le domande sono le seguenti:

1) Simonetta era consenziente? Sì
2) In che rapporti era col suo assassino? Era una persona con la quale era già stata in intimità
Ne consegue che il suo omicidio può essere inquadrato nella tipologia oggi chiamata “femminicidio” e che l’assassino può essere soltanto una di queste due persone: Raniero Busto (poi totalmente scagionato) o WWWW
OMISSIS
Non risulta infatti che Simonetta abbia avuto altre xxxxxxx
Poiché viene dato per assodato da coloro che hanno svolto le prime indagini sull’omicidio,
che le tracce di sangue di gruppo A ritrovate sulla scena del delitto appartengano all’assassino (essendo Simonetta di gruppo 0), l’assassino non può che essere OMISSIS
Va evidenziato
che, pur infrequenti, alcuni “femminicidi” avvengono a distanza di molto tempo, anche anni, dalla
fine della relazione.
OMISSIS
Alcuni elementi sono stati trascurati dalla Magistratura e dai sedicenti “esperti”.
1. Il movente. WWWWW è plausibile che…. Nutrisse un forte rancore, pronto a esplodere alla prima occasione, nei confronti di Simonetta.
2 Al momento del suo omicidio Simonetta aveva con sé qualcosa che apparteneva a WWWW, qualcosa di personale e che poteva rovinarsi facilmente se fosse restato a lungo nella sua borsa.
OMISSIS
Sono state avanzate ipotesi per giustificare la presenza di questi ZZZZZ nella sua borsa, ….Doveva
riconsegnarli a WWWW?
OMISSIS
3. L’identikit. Giovanni Danese, un colonnello dei carabinieri che stava aspettando il suo autista proprio di fronte al palazzo di via Poma, ha parlato, verso le ore 16 di quel pomeriggio, con un giovane che gli ha chiesto dove fossero “gli Ostelli” e che, dopo aver ricevuto da lui le giuste indicazioni, vi si è
diretto, per poi ricomparire e allontanarsi dopo 15 minuti.
L’identikit fatto disegnare da Danese mostra il volto di una persona che, con elevata probabilità, è
proprio WWWWW. Sono state infatti rintracciate, dopo lunghe e faticose ricerche, alcune
sue fotografie dell’epoca che mostrano una considerevole somiglianza; nonostante Danese sia
purtroppo deceduto da diversi anni alcuni esperti del settore, tra cui va annoverato anche Giovan
Battista Rossi, il più famoso disegnatore italiano di identikit (è lui il “disegnatore di incubi”
dell’omonimo libro), concordano su questa somiglianza. Giovan Battista Rossi si spinge a ritenerla
così evidente da non comprendere per quale motivo WWWWW non sia stato indagato, arrivando a
sospettare un insabbiamento voluto delle indagini nei suoi confronti.
4. L’overkilling. Simonetta è stata uccisa con 29 coltellate, di cui numerose agli occhi: vi è stato quindi
un cosiddetto “overkilling”. Esistono studi americani sugli omicidi passionali (p.e: Alvarez Cussen, Patterns of Injury in Homicide Relationships: Clinical, Psychological, and Investigative Implications) che indicano come l’overkilling, in particolare nei colpi agli occhi, sia un
“modus operandi” tipico di chi è già in intimità con la vittima. Questo riporta alla constatazione
iniziale: l’assassino non può essere che Raniero Busco o WWWW(quindi il secondo).
OMISSIS
5. Le tracce di DNA sugli abiti di Simonetta. Quando nel corso del processo di Appello furono smontate
le perizie che incolpavano Raniero Busco, fu anche evidenziato come in alcuni punti, sugli abiti di
Simonetta esaminati dal RIS, fosse evidente la presenza di un altro DNA maschile (se non più di uno).
Le conclusioni degli stessi RIS sono state esaminate per cercare di capire a chi appartenga questo
secondo DNA, e si è concluso che in effetti è probabile che appartenga WWWWW. Senza i cosiddetti “dati grezzi”, che non furono richiesti dalla difesa di Busco, non è stato possibile raggiungere la certezza dell’identificazione; va inoltre rilevato che non sono mai state analizzate quelle parti degli abiti sicuramente toccate dall’assassino (in modo analogo a quanto accaduto inizialmente nel caso di Elisa Claps), non avendo gli inquirenti ben compreso la dinamica dell’omicidio.

LE PERIZIE SUL COMPUTER DI SIMONETTA CESARONI
Sono un capitolo a parte. Il perito Dario Ballabio, che le ha studiate a fondo, oltre ad aver accertato senza ombra di dubbio l’orario dell’omicidio (alle 18 del 7 agosto 1990) e ad aver stabilito che quando l’assassino entrò in ufficio Simonetta stava lavorando al computer, ha scoperto che nella contabilità qualche cosa non tornava. Analizzando il piano dei conti, il libro giornale e le prime note Ballabio avrebbe avuto l’impressione che non sempre le entrate corrispondessero alle uscite e che alcune volte non sarebbero stati indicati cono chiarezza i destinatari dei fondi. Il materiale peritato è tantissimo. Ma sarebbe interessante capire dove potrebbe portare. Magari all’individuazione di altre piate o a importanti collegamenti, se gli inquirenti decidessero di riprenderlo in considerazione. Visto che si trova agli atti.

Perizia computer di Simonetta. Frammento del piano dei conti

Perizia computer di Simonetta. Pagina del libro giornale del 7 agosto 1990